Gavin Smith è il Professional Poker Player della porta accanto, lontano anni luce dal “modello” del giocatore vincente degli ultimi anni: nasce il 4 Settembre 1968 a Guelth, Ontario, piccolo paesino della provincia canadese.
Si interessa di giochi di carte fin dall'infanzia, appassionandosi particolarmente al Gin Rummy, seguendo gli insegnamenti del padre. Ma il poker non sembrava attirarlo particorlamente ed infatti, “l'incontro” tra Smith ed il “gioco” avviene solo nel 1994, in occasione di un'evento di beneficenza organizzato dal circolo di golf dove lavorava.
E' amore a prima vista, e “Birdguts” - il suo nickname su Full Tilt Poker – inizia fin da subito a sviluppare le sue conoscenze sul gioco, anche grazie alla conoscenza del PPP Erick Lindgren che gli insegna le raffinatezze del poker e lo istruisce sulla corretta gestione del bankroll. Nel frattempo, per stare il più possibile a contatto con la sua nuova passione, Gavin lavora per qualche anno come dealer in un casinò, prima di aprirsi un suo poker club in Ontario.
Nel 1998 Smith decide di diventare professionista e centra subito un risultato di prestigio, giungendo al tavolo finale di un evento WPT al Foxwoods Resort Casino, ma il meglio doveva ancora venire: l'anno successivo, sempre al Foxwoods Resort Casino, “Caveman” centra infatti la sua prima vittoria in torneo, aggiudicandosi un No Limit Hold’em event.
La popolarità tra i pro del circuito, ed anche tra i mass-media americani che vedono in Smith interessanti potenzialità istrioniche da poter contrapporre alle “babyface” che provengono dall'online, cresce a dismisura. Nel 2005, Gavin vince due tornei al Mirage Poker Showdown di Las Vegas – vincendo anche il suo primo WPT in carriera - portando a casa complessivamente 1.200.000 $. Il suo nome nel mondo del poker diventa un "must" e le sue apparizioni nei grandi format TV americani dedicati al poker aumentano considerevolmente.
Nel 2006, la carriera dell'ex taxi driver tocca il picco massimo: viene infatti nominato “WPT Player of the Year”. Ma nonostante i successi, e qualche prop-bet di troppo persa che gli è costata il doversi far tatuare le iniziali del suo caro amico Joe Sebok, Gavin sente di dover colmare un vuoto per entrare nel gotha del poker sportivo: vincere un braccialetto alle WSOP.
Ed il prezioso braccialetto puntualmente arriva nell'evento 44 delle WSOP 2010, che permette così a Gavin Smith di togliersi definitivamente l'etichetta del “perdente di successo”, entrando piuttosto di diritto tra i top players.
Nell'intervista rilasciata immediatamente dopo il successo, Gavin in pochi secondi riesce a riassumere 12 anni di poker professionistico : “Nella mia carriera ho avuto molte prime pagine, si è parlato molto di me, nel bene e nel male. Spesso ho giocato con l’idea di salvare la pelle, non mi è sempre stato possibile. Sono uscito dai tornei, mi sono ubriacato e distrutto, ma quest’anno ho dato il meglio di me. Sono venuto alle WSOP e i primi eventi ho lottato duramente,con i denti e i calci, senza ottenere dei validi risultati. Dopo aver battuto la testa però, mi sono ripreso e in tre giorni ho recuperato. Tutto è andato nel verso giusto, è arrivata la vittoria.”
Una vita che si riassume brevemente in una delle frasi più celebri da lui pronunciate: "Io non sono Gavin Smith. Io sono soltanto il suo più grande fan".