Come avevamo accennato ieri, il poker live ha una nuova room sul mercato: quella del Casinò Admiral di Mendrisio. A dirigerla ci sarà un nome certamente non nuovo nel poker, anche se deve la maggior parte della sua popolarità al fatto di essere uno dei giornalisti più esperti nelle cose riguardanti il Milan. Parliamo ovviamente di Cristiano Ruiu, con cui ci siamo intrattenuti a parlare di vari argomenti, tra cui la ormai quasi certa riapertura del Casinò di Campione.
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Intervista a Cristiano Ruiu
Hai lavorato con Campione, Lugano e ora Mendrisio, chiudendo una sorta di triplete. Quindi hai tutte le carte in regola per dire quali possono essere le carte vincenti dell'Admiral.
Credo che la vera peculiarità di Mendrisio, che probabilmente in pochi conoscono, sia la dimensione dell'azienda. Il casinò di Mendrisio, così come quello di Locarno, sono di proprietà di Ace Holding, ovvero Novomatic, multinazionale del gaming che fornisce le slot a moltissimi casinò e le fornirà anche a Campione. Quindi stiamo parlando di una azienda enorme con grandi progetti, grandi risorse ma anche grandi aspettative. La differenza principale sta tutta lì: le altre due sono imprese molto importanti a livello locale, ma qui c'è proprio la sensazione di lavorare per una grandissima azienda internazionale.
Poi ci sono altre caratteristiche vincenti dal punto di vista del giocatore, poiché quello di Mendrisio è il casinò più vicino all'Italia, quello più vicino all'autostrada, quello con più parcheggi e anche il casinò con un centro commerciale (Fox Town, ndr). Quest'ultima non è cosa da poco, poiché se parliamo di casino entertainment, il centro commerciale ne è una delle massime espressioni in tutto il mondo. E infatti i casinò di nuova generazione, da Singapore alla Florida senza nemmeno considerare Las Vegas, nascono tutti all'interno di centri commerciali.
Una sinergia con Campione?
Hai appena parlato di Campione come uno dei clienti di Novomatic. Ciò significa che, quando la casa da gioco campionese riaprirà, potreste non essere in forte concorrenza, e magari iniziare a parlare di un vero e proprio "polo" pokeristico del Canton Ticino?
Ma guarda, in Italia c'è l'abitudine anche da parte delle sale e dei casinò a farsi una concorrenza spietata. Credo sia un approccio sbagliato, perché alla fine si "vende" lo stesso prodotto. Pensa al caso in cui apri un bar ed ha più successo se intorno ce ne sono altri, perché magari la gente viene in quella zona a cercare i bar. Così se la gente viene in Canton Ticino a cercare il poker, come del resto ha sempre fatto, c'è la possibilità di dare un'offerta variegata e diversificata per i servizi, per la tassazione, per gli spazi.
Chiaramente noi con 14 tavoli non potremmo mai offrire i grandi tornei come quelli al nono piano di Campione, ma c'è la possibilità di fare qualcosa di diverso e magari concertare qualcosa insieme, anche perché credo che Campione, quando riaprirà, si affiderà come ha sempre fatto a grandissimi professionisti del settore. Quindi la cosa migliore sarebbe quella di orchestrare una sorta di strategia comune, non dico in partnership perché c'è sempre una differenza di paese e di tassazione, non di moneta perché noi qui a Mendrisio giocheremo integralmente in euro. Però il mio sogno è che il Canton Ticino possa un giorno diventare un po' come Las Vegas, dove il giocatore ha un ventaglio sempre molto ampio di scelte.
Un'offerta di poker di alto profilo
A proposito di diversificazione dell'offerta, chiudo con una domanda sulle varie opzioni che negli ultimi anni si sono fatte largo, come i re-entry a profusione, gli ingressi in average e via dicendo, che non sono molto ben visti soprattutto dai giocatori amatoriali. Tu come la pensi, da questo punto di vista?
Ti ringrazio per la domanda, perché mi permette di dare una mia spiegazione su certe dinamiche. Io non giustifico ma comprendo pienamente questo tipo di scelte, perché dietro a queste scelte c'è un'industria che deve avere una sostenibilità economica. Ti dico subito che in Svizzera, per la tassazione vigente, fare profit con il poker è letteralmente impossibile. Quindi una casa da gioco, quando organizza un evento di poker, sa già che sta perdendo perché il personale costa tanto, la tassazione è elevata e non ci sono margini. Certo è un importantissimo veicolo di marketing, per completare l'offerta di gioco.
Tuttavia, viste le premesse che ti ho appena citato, dal nostro punto di vista è inutile stare a lucrare ulteriormente sui giocatori, con strutture aggressive e metodi che – ribadisco – io rispetto moltissimo, così come rispetto chi in altri paesi come l'Italia organizza questo gioco in diversi modi, visto che ognuno deve fare i conti con la propria realtà e le proprie esigenze. Proprio per questa ragione, visto che noi sappiamo già di andare comunque in perdita, preferiamo fare qualcosa che renda soddisfatti i nostri giocatori, come strutture ma anche come buy-in. Infatti il torneo migliore che abbiamo mai organizzato è stato l'IPO Master di Lugano, e non a caso ho scelto di replicarlo integralmente qui a Mendrisio, come evento copertina del prossimo gennaio, dal 24 al 30. La nostra sarà dunque una profilazione verso l'alto, con buy-in e strutture di un certo tipo.
Cash game con i miscelatori automatici "made in Switzerland"
Infine, tra le curiosità più interessanti della nuova poker room di Mendrisio ci saranno i miscelatori automatici forniti in tutti i tavoli di cash game. La novità tecnologica sarà fornita da Swiss Shufflers, startup tutta made in Switzerland fondata dall'ingegner Joseph Somma. Lo stesso fondatore è molto fiducioso su una futura diffusione in larga scala dei suoi miscelatori. "Se renderanno la vita più semplice ai dealer? Certamente, ma non solo: la carta vincente di questi miscelatori è la loro grande affidabilità, grazie a logiche di derivazione aerospaziale, e il fatto di richiedere livelli di manutenzione minimi, con conseguente ricaduta positiva sui costi."