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Phil Hellmuth e l'importanza dell'allin nel poker odierno

Phil Hellmuth jr(dal Blog di Phil Hellmuth) I "giovani leoni" dell'online di oggi accettano il fatto che andranno allin molte volte nel corso di un torneo. Ma non funziona sempre così. C’è chi considera  un‘arte vincere un torneo senza spingere tutte le chips nel mezzo. Il poker online è senza dubbio una delle cause del cambiamento nello stile dei giocatori.

I giocatori che vengono da Internet utilizzano correttamente il push perché hanno affrontato matematicamente il problema. Per esempio, è abbastanza comune vedere uno di questi giocatori che effettua una 3bet per tutte le sue chips dal big blind con una mano come K-Q quando ha uno stack inferiore ai 20BB. E lo fanno per una buona ragione: funziona!

Ma lo stesso stile non funziona nel mondo del poker live, perché devi considerare le letture sugli avversari, i tells, quanto è aggressivo il tuo avversario preflop, l’immagine al tavolo e tante altre cose. I giocatori online di successo sono convinti che, visto che l’approccio matematico funziona online, sia valido anche nel gioco live. Così quando un player (come me) rilancia con una coppia di 9 è costretto a chiamare il reraise all-in del giocatore sul big blind. E sai cosa succede? È probabile che sia avanti.

I tornei di NLHE sono diventati improvvisamente pura aggressione, vincere coinflip e applicare soluzioni matematiche al gioco. Questo succede perché la nuova generazione di giocatori non ci pensa 2 volte a pushare 30 big blinds con A-J offsuit! Ma cosa succede se il loro avversario chiama una volta ogni tanto con KK? Poco male, essi sanno che l'avversario folderà abbastanza spesso preflop da rendere la loro giocata proficua.

Un’altra cosa importante è che avere una buona lettura su un avversario non è più importante come lo era anni fa. Ora, non voglio dire che leggere l’avversario non sia più un aspetto fondamentale del gioco. Ma anche con una buona lettura preflop potresti comunque finire per rischiare l’intero stack prima che te ne accorga.
Effettivamente, quando un giocatore manda i resti con K-Q dal big blind, e tu sai che cos’ha, sei solo leggermente in vantaggio quando hai 9-9.
Pushare con K-Q è una tattica che funziona bene per i giocatori online e per quelli scarsi. Anni fa, tuttavia, grandi professionisti avrebbero divorato questi ragazzini usando lo stile tradizionale e più conservativo che enfatizza il gioco dopo il flop.

In genere arrivo lontano nei tornei di poker senza mai andare all in perché gli altri giocatori sanno che quando io rilancio ho sempre una mano premium, cosi passano le mani come K-Q – o forse fanno giusto call, ma raramente fanno reraise. Quando succede, loro pensano “Phil probabilmente è in vantaggio, ma detesta giocare grandi piatti. Anche se lui ha una mano come J-J, sono solo in piccolo svantaggio, quindi perché non mandare i resti… All in!”
Questo tipo di logica costringe i giocatori professionisti della vecchia scuola a giocare grandi piatti e tende a diminuire il fattore abilità presente nel gioco.

Più rifletto su questo nuovo approccio al gioco, più credo che ho bisogno di mantenere il mio stile molto chiuso e di continuare a giocare quando credo di essere in cospicuo vantaggio. Quando il mio avversario rilancia aggressivamente sulla mia puntata di apertura e io rispondo con un call o mandando i resti, puoi star sicuro che io sono decisamente avanti nel colpo.

Non puoi minimizzare l’importanza di fare una mossa come quella descritta. Nel mio gioco funziona circa il 75% delle volte. Restringere i miei range di apertura e mandare i resti quando ho una buona lettura dell’avversario o una mano molto forte, mi porterà presto molto lontano in qualche grande torneo di poker!

Tratto da: "La mano della settimana" a cura di Phil Hellmuth