Quando si giocano tornei di poker, capita di avere una mano che sembra troppo brutta per andare all-in preflop e troppo bella per foldare: si finisce così per chiamare, commettendo magari un errore.
Questo è un esempio di quanto descritto. Stiamo giocando un torneo online da cinque dollari, ormai prossimi al tavolo finale. Con bui 2.000/4.000 ante 500, decidiamo di aprire da UTG a 10 ad 8.000, con ancora 196.000 fiches di stack.
Il giocatore sullo small blind 3-betta a 24.000 rimanendo con 87.000 fiches, ed hero sceglie di chiamare, commettendo però - ad avviso di Tyson 'tford219' Ford - un grossolano errore.
"Se pensi che il tuo avversario possa 3-bettare spesso e con un range ampio, allora dovresti 4-bettare all-in - spiega - altrimenti dovresti foldare preflop. Decidere di flattare la 3-bet è terribile". Già, ma perché?
Il problema principale sta nel rapporto che si viene a creare postflop tra lo stack effettivo e le dimensioni del piatto: in altre parole, lo Stack to Pot Ratio è troppo basso per avere fold equity.
Il piatto al flop diventa infatti di 55.500 fiches, quando lo small blind ne ha 87.000: "Nessuno può sperare di essere abbastanza skillato postflop da outplayare il suo avversario con uno SPR di circa 1.5 - ammonisce Ford - quando chiami in realtà stai sperando di floppare meglio di lui, e se pensi che il suo range sia relativamente debole allora a maggior ragione dovresti 4-bettare preflop".
La previsione si avvera puntualmente. Il flop è infatti 8 j 3 , lo small blind punta 18.000, hero rilancia all-in ed il suo avversario chiama con a k , vincendo il piatto dopo che turn e river non aiutano hero. Nessuna fold equity postflop, appunto, come volevasi dimostrare.