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Panico in Australia: il poker online è a rischio

Tony Abbott, spauracchio dei giocatori australianiIn Australia, una nazione tutt'altro che marginale quando si parla di Texas Hold'em, il poker online potrebbe avere le ore contate: le prossime elezioni federali rischiano infatti di sancirne la fine.

La nazione della Croce del Sud vive da tempo una situazione paradossale. Da un lato - come ricorda Tim Napper in un recente articolo - in base all'Interactive Gaming Act del 2001 per le aziende sarebbe tecnicamente illegale offrire il poker online agli australiani.

Dall'altro, nessuna azione è mai stata intrapresa nei confronti delle poker room, anche perché per gli utenti pare sia perfettamente legale giocare su questi siti.

Le piattaforme però rischiano grosso, e non solo perché la legge prevede multe estremamente pesanti per le compagnie che offrono questi servizi - sia australiane che straniere - ma soprattutto perché alle prossime elezioni è probabile secondo gli analisti che a prevalere sia il partito liberale, guidato da Tony Abbott.

Quest'ultimo aveva dichiarato, in una conferenza stampa del 2012: "La proposta del Partito Laburista di riformare l'Interactive Gaming Act rimuovendo le restrizioni per il poker online - tuonava - trasformerebbe ogni smartphone in Australia in un casinò portatile legale".

Su questo tema il loro orientamento è ben chiaro: "assicurare che gli australiani siano protetti dagli operatori di gioco online". Rendendo l'Interactive Gaming Act ancora più stringente.

Il rischio concreto, a quanto pare, è che nel giro di alcuni mesi le piattaforme potrebbero essere oscurate, e la corsa al cash-out dei bankroll più corposi (nel timore di un nuovo Black Friday) sembra essere già cominciata.