Il caos che può scaturire dalla moratoria sul gioco approvata dal Senato? Uno spauracchio e nulla più, secondo Mario Adinolfi, che però lancia l'ennesimo allarme al mondo del poker affinchè "si svegli".
Abbiamo cercato l'ex deputato del PD al suo ritorno dalla positiva esperienza dell'EPT di Barcellona, per scoprire che idea si è fatto della moratoria sul gioco approvata in Senato a seguito dell'emendamento presentato dalla Lega Nord, e delle possibili conseguenze.
Ciao Mario. Da ex deputato e profondo conoscitore della realtà politica, che idea ti sei fatto di questa moratoria e delle sue possibili conseguenze? Ti aspettavi qualcosa del genere?
Non c'è alcun pericolo concreto, poichè una mozione impegna "a parole" un governo, ma non ha alcuna valenza normativa. Piuttosto, bisogna guardare alla realtà dei fatti.
E sarebbe?
Il gioco finanzia l'erario in maniera importante e in prospettiva lo farà sempre di più, quindi da un lato c'è lo Stato in questa situazione di bisogno e dall'altro c'è l'ondata anti-gioco, anti-ludopatia che si configura in quella che è stata la moratoria. Un esecutivo può in teoria accogliere le istanze anti-gioco ma poi di quest'ultimo ha assoluto bisogno. Quindi, il tema significativo è che ogni volta che ci sarà da recuperare quattrini, si ricorrerà sempre alle accise sulla benzina, sugli alcolici, e a nuove tasse sul gioco.
Si parla tanto di lobby del gioco, ma c'è una lobby anti-gioco?No, il termine lobby non mi piace perchè indica una realtà strutturata che nei fatti non esiste. Quindi non una lobby ma una ricerca di facile consenso, di comunicazione a buon mercato, da parte di alcune aree.
Dunque, sparando sul gioco i politici in un certo senso "freerollano"?
Esattamente. Per un politico è sempre un gioco a somma positiva, non si paga prezzo di nessun genere e si guadagna consenso. Ma ricordiamoci anche una delle ragioni per cui tutto ciò è possibile: per la totale assenza che c'è dall'altra parte, dalla nostra parte.
Torniamo al discorso che si faceva tempo fa sui leak del mondo del poker e sulla sua incapacità di strutturarsi e comunicare con l'esterno...
E' un problema sempre attuale, e fino a che non si risolverà nessun progresso serio potrà essere fatto in Italia nel mondo del poker, sul piano normativo e culturale. Se ci fosse un organismo di rappresentanza autentica, che fa una sintesi delle istanze di lavoratori e consumatori, di operatori e giocatori, dando così voce a una fetta di paese, allora sparare sul gioco non sarebbe più cosi semplice.
Sarebbe una prospettiva ideale non solo in difesa ma anche "in attacco", nel senso delle proposte che scaturirebbero.
Avere un interlocutore è fondamentale. E poi scusa: se si deve fare un provvedimento sulla pastorizia, si convoca una rappresentanza dei pastori. Perchè mai sul gioco non dovrebbe essere la stessa cosa?
Il problema dunque è sempre: è pronto il giocatore a mettere da parte l'individualismo e fare "sistema"?
La realtà dei giocatori è frammentata, e in genere nel mondo del gioco prevale l'ottica di coltivarsi il proprio orticello. Vogliamo essere interlocutori della politica? Allora bisogna essere in grado di invertire la tendenza, darsi una visione e saperla comunicare. Solo così si può immaginare un paese dove non si facciano battaglie talebane e liberticide, ma si insegni al popolo come non buttare via i soldi. Ancora per molta gente non esiste distinzione tra il nostro poker e i videopoker. Bisogna iniziare da lì, un po' come feci io in Parlamento, quando ero uno contro 629.
Tornando alla moratoria, tu dici che non bisogna averne paura. Ma non credi che tutta questa storia possa avere effetti disastrosi – ad esempio – sull'iter del poker live?
E' tutto intimanete legato. Fino a che non ci sarà una forma rappresentativa che interloquisce e dà voce strutturata al nostro mondo, nulla vedrà mai la luce.
Inutile aspettarsi che qualcuno della classe politica lo faccia per noi, mi par di capire...Chiunque lo facesse, si prenderebbe una campagna di stampa che lo azzererebbe. Ma scusa, se tu fossi un politico ti daresti da fare per il poker sapendo che i vari media tradizionali ti farebbero a pezzi con accuse tipo "rovina-famiglie" eccetera? Su, siamo seri: la politica funziona per interessi, gli ideali sono fregnacce.
In un primo momento, avevamo ipotizzato che questa storia della moratoria potesse far diventare il gioco uno terreno di guerra per cercare di far cadere il governo. Che ne pensi?
In tutta franchezza. il Governo Letta ha ben altro da cui guardarsi le spalle, e lo stiamo vedendo proprio in queste ore: la questione enorme sulla decadenza di Berlusconi da senatore.
Chiudiamo con te e la tua esperienza a Barcellona, dove il torneo è andato abbastanza bene.
Sì, considerando che era il mio primo EPT dopo l'esperienza da parlamentare, che sono andato a premio e che sono stato ancora una volta chipleader. Però devo ammettere che nel day 3 ho giocato male, ho avuto ansia di rompere troppo presto gli argini e in sostanza due bluff mi hanno buttato giù.
Hai avuto anche una bella intervista sul PokerStarsblog internazionale. Nel tuo piccolo tu quella comunicazione "ideale" del poker la stai facendo...
Sì, è stata carina. In questo spero sempre di essere un rappresentante utile per il poker italiano. Sono felice se emerge di me questa caratteristica di pokerista attento alle cose del mondo, che cerca di spiegare che il poker è un pezzo della propria visione della vita.
Cosa farai ora che sei lontano da Montecitorio? E i tuoi programmi pokeristici?
Come impegni di poker sarò sicuramente al KOP di Nova Gorica e quindi all' EPT Londra. Per il resto ho ripreso a lavorare come sempre, faccio il mio programma radiofonico, e in politica continuo a dare il mio contributo di idee. Certo, non dimentico che 9 mesi fa eravamo appena 12 deputati PD a sostenere Renzi nel PD. Se avessero dato retta a noi, ti lascio immaginare quante cose l'Italia si sarebbe risparmiata.
Non è solo nel poker che bisogna avere una buona lettura delle cose....