Dario “Trazaman” Amato è tornato sulla scena dei live ed ha giocato da protagonista il Batte of Malta, chiudendo da chipleader il day 1. Purtroppo le cose non sono andate bene nel day 2: “appena la struttura – commenta - del torneo è collassata, ho iniziato a spararle dentro ma ho perso tre showdown consecutivi”. Alla fine Dario ha chiuso al 49esimo posto. L’abbiamo incontrato nelle accoglienti sale dell’Hilton di Portomaso.
Sei partito molto bene nel primo giorno del torneo.
A dire il vero non sono partito benissimo, ho perso due coinflip su due. Ho fatto le chips sui board, entrando in molte mani e, mi sono stupito, considerando che era da parecchio che non giocavo live. Devo dire che ho letto bene il tavolo, sono soddisfatto. Il livello tecnico del field era basso ma c’erano un paio di giocatori nordici molto forti. Alla fine l’ho spuntata io.
Martellavano alla grande gli svedesi?
Si, fino a quando hanno capito che non potevano più farlo.
Raccontaci uno spot particolare del day 1A.
Si proprio contro uno dei due ragazzi nordici. C’eravamo già 5-bettati un paio di volte: lui sempre con l’aria in mano, io nella seconda ero pieno. La mano che mi ha lanciato nel chipcount è stato quando io avevo Q-9 off suited: ho aperto da bottone su questo ragazzo svedese, sapendo che lui mi avrebbe chiamato con qualsiasi mano. Sul flop 8-10-10, io vado in c-bet, lui raisa e io chiamo perché lui non mi rappresentava nulla, considerando come aveva giocato in precedenza. Avevo anche un J ad incastro ma io ho chiamato solo perché ero in posizione. Turn A, lui checka sull’asso, a quel punto lo può avere benissimo, io checko dietro perché voglio rappresentare un 10.
Perché hai fatto check?
Se ho un 10 io non scommetto mai, quindi era più credibile un 10 per il bluff. Al river esce una carta ininfluente, 2 , lui pensa un po’ ed esce bettando trequarti del pot, una bella bet. Io in quel momento ho pensato che lui non avesse il 10. Tutte le mani di valore mi checkano quasi sempre, anche perché la mano forte posso averla io. Io stavo giocando con un range ampissimo. Quindi ho deciso di raisare, lui ha istant foldato e io ho fatto un errore in quel momento.
Cosa hai combinato?
Ho girato le carte. Sapevo che lo avrei mandato in tilt e così è stato: alla fine lui si è alzato e mi ha iniziato a gridare “lo sapevo”, insultandomi. Io odio chi gira le carte e il tavolo lo ha interpretato come un segno irrispettoso ma, per come giocava, pensavo che non reagisse così. Nel senso, si vedeva che era un ragazzo forte ed esperto e mi aspettavo una reazione più fredda e composta.
Però la mossa è stata profittevole…
Lui è andato proprio in tilt e mi ha regalato tutto lo stack. Ne ho parlato anche con Ferdinando (Lo Cascio, ndr ) ed abbiamo analizzato insieme la mia giornata: siamo arrivati alla conclusione che la svolta del mio torneo non siano state le mani singole, quanto il mio atteggiamento al tavolo.
E’ stata una lotta tra duri?
Quando sono arrivato al tavolo lo svedese era chipleader e stava dominando. Io gli ho fatto capire che non ero disposto a piegarmi, il mio messaggio è stato chiaro: smettila di fare il bullo, perché anche io ho lo stack e sono in posizione su di te. A fine day 1A, ero molto soddisfatto non perché ho interpretato bene quasi tutti gli spot e non ero affatto spaventato.
Sei mancato un po’ dal poker. Ti sei preso una pausa?
Diciamo forzata. Ho commesso diversi errori: non ho mai studiato il gioco, sono un giocatore di braccio, istintivo. Non avendo una base solida ho fatto il passo un po’ più lungo della gamba. Giocavo fuori bankroll ed ho avuto problemi personali che hanno influenzato il mio mindset. Nel momento peggiore ho osato ed ho pagato le conseguenze. Non dico che sono andato completamente rotto, ma quasi.
A volte cadere è utile?
Questa esperienza mi è servita molto, ho capito che giocare in roll è importante per un player professionista. Ho ripreso da poco ma qualche soddisfazione me la sono presa, nonostante mi ritenga uno dei giocatori più scarsi dal punto di vista tecnico. Ho vinto l’Eldorato, il Sunday High Roller, il Night on Stars e un evento delle TCOOP. Un po’ di risultati li ho fatti e questo aspetto mi dà fiducia. Sto studiando per forza di cose: giocando molto, la matematica mi serve, considerando che non posso avere un focus al 100% solo su un tavolo.
C’è solo il poker nella tua vita?
Assolutamente no: sto prendendo un master per effetti speciali nel cinema. Frequento il corso con la mia ragazza, la devo ringraziare perché lei ha accettato i miei impegni pokeristici e questo mi aiuta molto. Questo gioco lo amo fin dalla prima mano che ho giocato nella mia vita.