Lo slowroll che Shaun Deeb ha fatto a Mike Matusow in una trasmissione televisiva statunitense in molti oltreoceano sembrano non averlo capito. Ed è davvero un peccato per loro.
Su TwoPlusTwo è stato da più parti attaccato: come si è permesso un giocatore della sua fama, nonché moderatore del più importante forum di poker al mondo, di compiere un atto così meschino per un professionista?
Commenti simili, viene da pensare, non possono che sfuggire di bocca a chi del mondo del poker ne sa davvero poco, per più di un motivo.
(picture courtesy of PokerListings.com)
Il primo, è che chi conosce personalmente Shaun Deeb sa quanto sia una delle persone più disponibili del circuito live, che mai si azzarderebbe a slowrollare qualcuno in una partita di cash game all'Aria Casino: non lo farebbe ad uno sconosciuto, figuriamoci a un amico di vecchia data come Matusow.
La verità è che, in una partita di poker televisivo, le normali regole non valgono. Non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che quando il Texas Hold'em va in televisione lo fa per promuovere il gioco, presso un pubblico che non di rado ne conosce a malapena le regole.
Davvero pensiamo di poterli far appassionare al poker parlando di range merging, click 3-bet e cold 4-bet? Non solo si annoierebbero a morte, sarebbe addirittura peggio: si sentirebbero stupidi, e questo non piace a nessuno, a prescindere che lo sia o meno.
Inoltre, il poker ha acquisito la sua popolarità grazie a personaggi improbabili capaci di colpire l'immaginazione: l'uomo medio americano che vince milioni di dollari, la vecchia gloria del Texas col cappello da cowboy in testa, il campione vestito da becchino come un gambler del West, e così via. Caricature, capaci di soddisfare aspettative stereotipate, non giocatori reali.
In televisione non ci va il grinder seduto al computer in boxer e canottiera, con il posacenere stracolmo e il cilindro delle Pringles che da due giorni rotola per la stanza vuoto. C'è una scenografia da rispettare, un cerimoniale che per avere successo non può essere disatteso: cappuccio in testa, occhiali scuri, cuffie sulle orecchie, e poco importa che spesso in molti non ne siano consapevoli.
In altre parole, Shaun Deeb ha dato al pubblico quello che vuole vedere, con un video che continuerà ad essere guardato per anni. Ha insomma fatto la cosa giusta, come spesso gli succede al tavolo da poker, incompreso come quando fa una giocata troppo sofisticata per essere capita da chi non ne sa abbastanza.
Criticarlo per questo, è come lamentarsi di avere un teatro vuoto, e poi non voler recitare sul palco per cercare di riempirlo. Se perfino negli Stati Uniti commettono un errore di valutazione simile, consoliamoci: non siamo i soli ad aver ancora molto da imparare.