Come avevamo anticipato nella giornata di domenica, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma ha seguito le linee guida della Cassazione ed ha archiviato la posizione dei titolari del Cotton Club di Roma, difesi dall’Avvocato Marco Ripamonti.
E’ il secondo magistrato che segue – secondo logica giuridica – le indicazioni della Suprema Corte nell’arco di soli cinque giorni, a conferma che oramai vi è un indirizzo giurisprudenziale univoco e consolidato (vedi assoluzione al Tribunale di Pesaro).
Il caso del noto circolo della Capitale sta diventando emblematico: dal punto di vista del diritto penale, organizzare tornei di poker sportivo freezeout non configura reato di “gioco d’azzardo”.
Il “problema” potenziale per i circoli è di natura amministrativa: il Cotton – ad esempio - non può organizzare eventi live a seguito del provvedimento disposto dal Questore di Roma. La posizione è già stata valutata positivamente – in merito alle esigenze cautelari - dal Tar Lazio e dal Consiglio di Stato (CdS), per mancata conformità con la Legge del 2009.
Ora la querelle dovrà essere analizzata nel merito, nei due gradi di giudizio degli organi amministrativi. Tali precedenti potrebbero “orientare” gli equilibri di settore nei prossimi anni. Si preannuncia un 2014 molto caldo per il live.
E’ bene premettere che la Circolare del Ministero degli Interni, sempre del 2009, non ha alcuna efficacia (dal punto di vista legale): è un atto interno d'indirizzo del Ministero verso le Questure.
Rimane però vigente (almeno sulla carta) l’articolo 24 della Legge “Comunitaria” del 2009 che prevede l’autorizzazione preventiva di AAMS per l’organizzazione dei tornei. La Legge di Stabilità del 2011 a sua volta, prescriveva un bando di gara (per l’assegnazione delle concessioni) che non ha mai visto la luce. Per questo motivo, secondo il parere di autorevoli giuristi, la norma non è mai stata attuata e pertanto, si vive una sorta di vacatio-legis. Già una sezione del Tar della Puglia (nel lontano 2010) ha sposato tale linea.
Inoltre, considerando le sentenze della Cassazione, l’unica sanzione prevista è la chiusura disposta dai Questori. Secondo l’autorevole interpretazione dell’Avvocato Riccardo Di Rella (uno dei massimi esperti in materia), tale provvedimento però deve essere motivato per “ragioni di ordine pubblico”. In caso di motivazioni insufficienti, il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale scatta in automatico.
Non è da escludersi che nei prossimi mesi, il Consiglio di Stato riconosca l’inapplicabilità della Legge del 2009. Si tratta però solo di un’ipotesi, seppur la posizione della Cassazione potrebbe avere un certo peso (anche se gli ambiti sono diversi), considerando che si respira un'aria meno pesante: il texas hold'em è stato riconosciuto fuori dall'ambito del gioco d'azzardo. Inoltre, la stessa Cassazione - nei casi esaminati - non ha tenuto conto dell'esistenza dell'articolo 24. Un particolare che il CdS non può ignorare.
Per un guru del settore (in particolare quando si parla di licenze e concessioni) come l’Avvocato Stefano Sbordoni, il poker sportivo non deve essere oggetto di concessione, essendo una disciplina sportiva, al pari ad esempio del biliardo. La partita è sempre più aperta e per il noto legale romano il sistema concessorio non è adatto a disciplinare questo settore.
E’ necessario - a nostro avviso - fare una distinzione: senza dubbio la Legge del 2009 era stata scritta e approvata per lo sviluppo di una futura rete di poker rooms “commerciali”. Venuto meno questo progetto, tale normativa dovrebbe essere abrogata o quanto meno disapplicata, come ha già fatto la Cassazione.