Continua l’onda lunga dello scandalo degli home games gestiti dalla mafia russa: Hillel Nahmad, proprietario di una delle gallerie d’arte più prestigiose della Grande Mela, ha patteggiato con il Dipartimento di Giustizia (DoJ) di Manatthan. Hillel Nahmad rischiava 92 anni di carcere (una sorta di ergastolo). Le accuse nei suoi confronti erano pesantissime (racket, riciclaggio di denaro e frode).
La famiglia Nahmad ha un patrimonio stimato di circa 3 miliardi di dollari ed è stata colpita dallo scandalo che ha visto coinvolto il rampollo Hillel che organizzava partite illegali high stakes e che vedeva coinvolti – secondo i procuratori newyorkesi – anche esponenti della mafia russa.
Il 35enne collezionista d’arte (ex fidanzato della top model Ana Beatriz Barros) ha ammesso la propria colpevolezza e, con ogni probabilità, dovrà scontare una pena detentiva variabile dai 12 ai 18 mesi, più il pagamento di una multa stimata in 6,4 milioni di dollari. E’ quanto prevede l’accordo con il DoJ.
Dinanzi al tribunale federale Nahmad ha dichiarato: “tutto è iniziato come un hobby. Purtroppo è diventato un business per me organizzare partite high stakes. Ma non è mai stata la mia attività principale. Mi sono avvicinato a questo mondo grazie ad un gruppo di amici che scommettevano su eventi sportivi. Mi scuso con la corte e la mia famiglia”.
Il procuratore capo di Manatthan, Preet Bharara (mister “black Friday”), ha sostenuto che l’attività di Nahmad era connessa alla criminalità organizzata russa.
Oltre a Nahmad sono state coinvolte altre 32 persone nelle partite illegali, compresi i poker pro Bill Edler, Abe Mosseri e Peter Feldman.
D’altronde New York è sempre stata una città molto calda riguarda i giochi cash game high stakes a questa brutta storia è la conferma dell’action selvaggia che è avvenuta in questi anni nella Grande Mela.