Quanti sono i giocatori vincenti che frequentano regolarmente i tavoli di cash game high stakes dal vivo, ma di cui nessuno parla? Difficile dirlo, ma sicuramente più di quanti possiamo immaginare.
Se infatti molti giovani professionisti di successo non fanno nulla per nascondersi, grazie anche a social network come Twitter, altri amano abbracciare un profilo molto basso, finendo così per l'essere completamente ignorati dal grande pubblico degli appassionati ma ben noti alla stretta cerchia dei professionisti, che li incontrano spesso nelle partite che contano e quando possono li evitano.
Diversi mesi fa Jake Cody aveva sponsorizzato il suo connazionale Andrew Moseley - che a Macao sembra faccia regolarmente sfracelli - e recentemente su TwoPlusTwo è emerso un altro nome, quello dello statunitense Patrick Walsh.
Noto alle cronache soprattutto per aver vinto il NAPT Bounty Shootout nel 2011 e per aver disputato un tavolo finale WPT nell'ormai lontano 2009, pare che in realtà sia più che mai attivo ai tavoli di Pot Limit Omaha high stakes. Dove? Ovunque ci sia azione.
A renderlo noto è un altro professionista di lungo corso non certo famoso sulla sponda europea dell'oceano, ovvero Jonas "riverboatking" Entin, che ne parla in maniera a dir poco esaltante: "Sembra che non prenda mai una cattiva decisione - spiega - è estremamente aggressivo sia preflop che postflop, gioca molto bene quando è in posizione ed anche deepstack. Ci sono davvero pochi giocatori che mi darebbero più fastidio alla mia sinistra, è una vera bestia e una persona estremamente piacevole".
Naturalmente in questi casi non c'è alcun grafico da poter mostrare, ed accontentarsi di voci riportate certo può non bastare a superare lo scetticismo di alcuni. D'altra parte, nonostante sia stato ampiamente sdoganato, il fascino del poker risiede anche nelle partite "underground" a cui in pochi possono sedere, e se di quelle non possiamo rendervi conto che occasionalmente, se non altro possiamo dare un volto a chi sembra esserne un protagonista.