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"Non vuoi le slot nella tua regione? Niente fondi statali!"

Se gli enti locali ostacolano l’installazione delle slot machine, rischiano grosso. Lo Stato centrale può - in virtù dell'ultima norma votata in Senato - tagliare i fondi di finanziamento. E' il contenuto dell'emendamento votato ieri al decreto "Salva Roma". E' stato presentato dal "Nuovo Centrodestra" ed ha ottenuto l'approvazione di 140 senatori, compresi quelli del Partito Democratico, di Scelta Civica, Ncd e Gal. 

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La norma è stata approvata per ribadire il concetto che la riserva di legge in materia non riguarda Regioni, Province e Comuni che non hanno alcun tipo di potestà. Bisognerà attendere ora il voto alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva e si preannuncia un’opposizione molto forte. 

C'è chi si è dimostrato contrario ed ha votato contro, in particolare i senatori del Movimento 5 Stelle, di Forza Italia, Lega Nord e quattro dissidenti del Partito Democratico

Per i promotori della norma, l'obiettivo provocatorio è quello di evitare sprechi di denaro pubblico ed in particolare costosi risarcimenti da riservare ai concessionari.

Si è discusso molto sull'atteggiamento degli enti locali in questi anni che hanno apertamente ostacolato l'apertura di nuove sale slot e Vlt, ma non hanno alcun tipo di competenza normativa in materia. 

Laura Puppato è stata uno dei quattro senatori dissidenti del PD a votare contro: "Sono d’accordo sul fatto che gli enti locali non possano prendere iniziative su una materia dove lo Stato ha legiferato in maniera diversa, ma gli enti territoriali sono l’ultimo baluardo di difesa in una situazione di emergenza”.  

D’altronde ci vuole coerenza: da una parte l’attuale Governo ed il Parlamento approvano la Legge di Stabilità che prevede nuove concessioni, dall’altra gli enti locali ne ostacolano l’installazione, con il rischio di risarcimenti record a carico della collettività.

L'emendamento è a firma della senatrice Federica Chiavaroli (Nuovo Centrodestra). Questo il testo: 

“In coerenza con il principio di perequazione ed equilibrio finanziari tra livelli di governo, ed in attuazione dello stesso, qualora interventi legislativi regionali ovvero regolamentari di autonomia degli enti territoriali, aventi ad oggetto misure in materia di giochi pubblici riservati allo Stato non coerenti con l’assetto regolatorio statale di settore, determinino nel corso di un esercizio finanziario minori entrate erariali, anche di natura non tributaria, ovvero maggiori spese statali, anche a titolo di eventuale risarcimento del danno nei riguardi dei concessionari statali per la gestione della raccolta dei giochi pubblici, a decorrere dall’esercizio finanziario successivo sono attuate riduzioni degli ordinari trasferimenti statali a favore delle regioni ovvero degli enti locali che hanno deliberato tali interventi in misura corrispondente all’entità delle predette minori entrate ovvero maggiori spese. Le riduzioni cessano a decorrere dal momento nel quale tali interventi legislativi e regolamentari sono abrogati o revocati o comunque modificati in modo tale da risultare coerenti con l’assetto regolatorio statale in materia di giochi pubblici”.