Un piccolo ma significativo regalo di Natale per tutti gli appassionati di poker arriva dalla stampa generalista, e precisamente dal sito www.linkiesta.it: un recente articolo sul rapporto tra poker e impresa, sui punti in comune tra le due sfere ma soprattutto su come il primo possa essere una buona "palestra" per la seconda.
L'articolo si intitola "Poker, cosa insegna (davvero) a chi fa impresa", e potrete leggerlo cliccando qui. In sintesi, si cerca di far comprendere come molte delle skill necessarie per avere successo nel poker "tornino buone" anche in altre attività della cosiddetta real life, in particolar modo nel fare impresa.
Partendo dal caso di Nate Silver, statistico, giornalista e scrittore americano (nonché online poker pro per un breve periodo della sua vita) noto per la sua abilità nel prevedere i risultati delle elezioni, si mettono in evidenza le singole skill entrando nel dettaglio del come e perchè esse siano particolarmente sviluppate nel poker player, e quindi sulla loro utilità in una prospettiva imprenditoriale:
- il pensiero probabilistico
- il non essere result oriented ma focalizzarsi sul prendere buone decisioni nel lungo periodo
- il sapere entrare nella testa dell'avversario/cliente
- il saper "foldare" in situazioni non profittevoli
- il sapersi adattare alle varie situazioni
Davvero un bel lavoro, del quale non è al momento noto l'autore ma che rappresenta un rarissimo esempio di come andrebbe letto il tanto vituperato mondo del poker, se solo da parte di chi abitualmente ne scrive da estraneo del nostro mondo ci fosse la volontà di farlo senza sposare tesi preconcette, che troppo spesso in casi analoghi abbiamo visto sbandierare.
Non ci illudiamo che una lodevole eccezione del genere diventi ben presto la regola, ma al tempo stesso non possiamo che complimentarci con chi sembra aver capito come questo gioco sia tutt'altro che un demone da abbattere a colpi di qualunquismo.