Chi è il boss del gioco asiatico? Il numero uno che partendo da zero ha creato un impero? L'identikit non può che condurre all'immortale Stanley Ho, colui che ha creato dal nulla la capitale mondiale del gambling.
Per 40 anni ha detenuto il monopolio dei casinò di Macao, fino a quando l'ex colonia portoghese non è passata sotto il controllo della Cina che ha deciso di aprire il mercato agli altri competitor stranieri, passando dalle “paludi” alla costruzione di mega resort.
Così sono sbarcati i Signori di Las Vegas: Sheldon Adelson (Las vegas Sands), Steve Wynn e Kirk Kerkorian (MGM). Stanley Ho, con grande intelligenza ha saputo adattarsi al nuovo mercato, conservando sempre un edge rispetto agli squali della Strip.
E' il 13esimimo uomo più ricco di Hong Kong e a 93 anni si è scatenata intorno a lui una guerra di successione furibonda tra le quattro (ex) mogli. La sua famiglia è numerosa: ha la bellezza di 17 figli e un patrimonio personale di tre miliardi di dollari (stima prudenziale). Il suo impero però sembra gestito con sagacia da uno dei figli: Lawrence, molto stimato anche dagli analisti di Hong Kong.
Avendo detenuto per 40 anni il monopolio nel gambling, si è parlato molto dei suoi legami con le triadi, ma non sono mai emerse prove evidenti che testimoniassero la sua vicinanza diretta ad ambienti criminali locali. Esiste però un rapporto del Governo Canadese che sostiene un collegamento di Stanley Ho con la famiglia mafiosa Kung Lok ed il suo nome è spuntato fuori anche in un'inchiesta della New Jersey Division of Gaming Enforcement (e di altre agenzie governative statunitensi) che ha indagato sui suoi legami con MGM.
Nato ad Hong Kong, 93 anni fa, apparteneva ad uno dei più potenti clan, paradossalmente si è fatto da solo. Giovanissimo, il padre è caduto in rovina scommettendo nel mercato azionario e due dei suoi zii si sono tolti la vita, a causa del fallimento dell’azienda di famiglia.
Ne ha fatta di strada il "ragazzo": per 40 anni ha conservato il monopolio di Macao e l'imperatore si è dovuto arrendere solo al Partito Comunista Cinese. Oltre ai casinò dispone di un vero e proprio impero immobiliare.
Il Grand Lisboa rimane uno dei gioielli di Macao ed è stata una delle scommesse vinte dal magnate di Hong Kong ed è la prova concreta della sua grande umiltà: in questi anni è riuscito a conservare la sua leadership, assimilando nel migliori dei modi le strategie di mercato dei suoi concorrenti arrivati da Las Vegas che hanno trasformato la città asiatica.
Proprio per questo motivo, oltre ad investire anche lui in mega strutture, ha assunto i manager più brillanti dalle altre compagnie occidentali, per non rimanere fermo alle vecchie politiche di mercato e logiche che lo hanno reso il re indiscusso di Macao.
La sua società, Sociedade de Jogos de Macao (SJM) controlla sempre 18 casinò che producono oltre la metà delle revenues del mercato, sebbene la concorrenza sia sempre più agguerrita. Ma da quelli parti esiste un detto per descrivere il potere e l'influenza di Stanley Ho: "quando l'acqua sale, tutte le barche la seguono".
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