In una recente intervista rilasciata a PokerGO, Phil Hellmuth si apre, mostrando alcuni lati inediti della sua personalità. Una personalità complessa, certo contraddittoria in alcuni aspetti, ma che è alla base della sua longevità pokeristica e degli straordinari risultati.
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L'intervista "intimista" di Phil Hellmuth: "sono un insicuro, per questo ho sempre qualcosa da dimostrare"
A margine della sua eliminazione dal freeroll finale del PGT Championship, Phil Hellmuth si è intrattenuto con la host Natalie Bode. Come spesso accade, le sue dichiarazioni oscillano continuamente tra il brag e il whine, tra il vanto e il lamento.
Da un lato si vanta "Ho giocato solo 15 tornei di hold'em negli ultimi 9 mesi e ne ho vinto 2, quindi direi che sto andando alla grande." Dall'altra parte, sottolinea qualcosa che secondo lui "la gente deve sapere", ovvero le sue poche presenze negli high roller come quelli del PokerGO Tour. "Sono frustrato perché non ne giocavo uno qui da marzo".
Poi si passa alle dichiarazioni più pesanti. "Voglio mostrare alla gente che sono ancora il top del top, ma lo devo anche dimostrare. I miei risultati degli ultimi 3 anni sono fenomenali, ma ho sempre una scimmia sulle spalle."
"Voglio mostrare alla gente che sono ancora il top del top, ma lo devo anche dimostrare"
Phil Hellmuth
Qui viene fuori un aspetto inedito della personalità di Phil Hellmuth: l'insicurezza. "Non sono stato mai bravo in nessuno sport, non sono stato mai così bravo in nessuna cosa in particolare, quindi dentro di me sono sempre stato un insicuro. E lo sono anche nel poker, nonostante i miei risultati siano così esaltanti e nonostante gli ultimi pazzeschi tre anni, l'insicurezza mi continua ad accompagnare e penso sia parte della natura umana."
Phil Hellmuth e il dibattito sui GOAT
La chiacchierata arriva - e non poteva essere altrimenti - al discorso di essere o meno il più forte di sempre. Qui, però, in qualche modo Phil Hellmuth ci sorprende: "Penso che quello di essere o essere considerato il più grande di sempre in uno sport sia bello, come è bello che molti ritengano che io lo sia nel poker, ma alla fine dei conti non ne sono così interessato. Quello che voglio è sempre essere il migliore OGGI. Da un lato ci sono i risultati all-time che parlano da soli, ma dall'altra parte io non voglio essere un tipo da cerimonie, ma uno che la gente teme di incontrare al tavolo."
GOAT nel poker? Non ne sono così interessato. Quello che voglio è sempre essere il migliore OGGI
Phil Hellmuth
L'età che avanza, l'esempio di Dolly e i 24 braccialetti
C'è un altro aspetto che Phil Hellmuth tira fuori per la prima volta, ed è quello dell'età. "Non puoi mai sapere quando il tuo tempo è finito. In base a quanto Doyle (Brunson, ndr) e altri grandi giocatori sono riusciti a fare, ovvero rimanere competitivi fino a 70 anni e oltre, direi che ho ancora un po' di tempo a disposizione per centrare il mio obiettivo di 24 braccialetti WSOP".
Quella dei 24 braccialetti non è una novità, avendo già svelato a suo tempo il manager di Phil, Brian Balsbaugh l'obiettivo che Hellmuth aveva fissato addirittura nel 2003.
"Poi non c'è nulla di certo nell'amicizia, come nella vita in generale. La gente crede che io stia sempre lì a braggare di essere il più grande di sempre, ma in realtà c'è sempre quell'insicurezza di fondo. Se vai in giro a dire che sei il più grande di sempre, allora non migliorerai mai, non sarai concentrato sull'obiettivo. Vale per me come per chiunque raggiunga l'eccellenza negli sport. Penso sia questa la ragione per cui Michael Jordan non ha mai smesso di lavorare duro, e Tiger Woods altrettanto. Io mi sento fortunato a frequentarli."