Gianluca Cabitza è un nome che gravita attorno al poker da parecchio tempo e la sua capacità di porsi a metà dello spartiacque che lo hanno sempre contraddistinto sia come giocatore che come operatore, ne hanno sempre fatto un ragazzo poliedrico.
Lo abbiamo raggiunto a poche ore dalla partenza per Las Vegas, dove parteciperà, tra gli altri tornei, al Main Event delle World Series Of Poker.
In questo Articolo:
L'intervista con Gianluca Cabitza
AP: Ciao Gianluca. È la prima intervista su Assopoker, per cui vogliamo sapere tutto di te. So che vivi a Cagliari (niente segreti, siamo amici da 15 anni), hai una bellissima famiglia e fai l'imprenditore. Ci spieghi in quale campo?
GC Ciao a tutti.
Innanzitutto, grazie per la splendida opportunità di intervenire in una testata giornalistica di così grande rilievo come Assopoker. Mi lusinga e mi rende orgoglioso.
Sì, parliamo spesso delle gioie nel poker, ma la vita mi ha regalato la gioia più grande in assoluto: una splendida famiglia, con mia moglie e mia figlia di cinque anni, che sono la mia felicità indiscussa.
Nella vita, ormai da 20 anni, sono un imprenditore nel mondo del gioco online.
Aiuto imprenditori e reti commerciali ad avvicinarsi e diventare performanti nel mondo del gioco online dei PVR e delle agenzie o corner fisici.
La mia azienda si occupa sia di consulenza che di sviluppo commerciale a livello nazionale.
Attualmente, ricopro un ruolo di spicco con il concessionario Scommettendo Group come sales & poker manager.
Nel dettaglio, sono un esperto del settore del gioco online e, da 12 anni, mi sono specializzato nella nicchia del settore dei noleggiatori, aiutando queste aziende a integrare il loro core business del gioco fisico (slot, VLT, ecc.) con l’online.
Seguo la loro crescita passo dopo passo, accompagnandoli al risultato di posizionarsi ai vertici del settore attraverso la via più breve ed efficace.
All’inizio della mia carriera pokeristica ho sempre pensato che occorresse giocare per vincere.
Oggi, lavorando anche dietro le quinte di questo mondo, mi sono reso conto che il poker è una bellissima passione, un gioco appunto, e come tale deve essere approcciato.
Il segreto, alla lunga, è creare reti commerciali per far divertire gli altri, riducendo i rischi e garantendo guadagni sul lungo periodo.
Questo ti permette di vivere anche l’approccio al gioco in modo più sereno e responsabile.
I risultati recenti
Negli ultimi mesi hai raggiunto dei risultati piuttosto importanti nel poker live e ti sei ritagliato un posticino di rilievo in alcuni circuiti. Puoi elencare quelli che ti hanno fatto più piacere?

Il 2024 è stato un anno di grandi soddisfazioni, con un tasso di successo altissimo.
Nelle ultime trasferte, in circuiti di grande rilievo europeo, sono sempre riuscito ad arrivare in fondo, centrando parecchi final table.
Tra questi, un fantastico sesto posto all’High Roller del Battle of Malta, un sesto posto all’High Roller delle WSOPE a Rozvadov, un final table al Super Knock Out del Remida solo qualche giorno fa e, soprattutto, un primo posto al Closer delle France Poker Series.
Oltre un primo posto ad un evento delle ultime scoop e alle winter series online.
Come puoi immaginare, arrivare al final table è sempre una grande soddisfazione, ma vincere un torneo è un’emozione che non ha paragoni, indipendentemente dall’entità monetaria della vincita.
Sei molto conosciuto per il tuo stile iper-aggressive, che spesso fa da spartiacque tra run molto profonde e eliminazioni precoci, che sono ovviamente il rischio del mestiere. Perché pensi che sia l'atteggiamento corretto?
Durante questi 20 anni di gioco da semi-professionista e professionista, ho constatato che alla lunga questo stile paga.
Tuttavia, richiede una grande padronanza dello stato mentale (in PNL, la gestione dello stato). Lo studio approfondito della PNL mi ha permesso di ottimizzare e massimizzare questa strategia rischiosa.
L’iper-aggressività, se ben gestita, permette di mettere pressione costante agli avversari, forzandoli a commettere errori.
Questo stile di gioco, unito a una solida gestione emotiva, mi ha permesso di ottenere ottimi risultati nel lungo periodo.
Gianluca Cabitza e le WSOP
So che stai per partire a Las Vegas, soprattutto per coronare il sogno di giocare il Main Event. Conoscendoti la domanda è pleonastica, ma ci sono altri obiettivi, oltre quello di vincere? Firmeresti per fare Final Table?
No, non firmerei per un final table al Main Event delle WSOP, ma solo per il primo posto!
A qualcuno questa affermazione potrebbe sembrare presuntuosa, ma è puntando al massimo risultato che si possono ottenere le grandi soddisfazioni, nel poker come negli obiettivi di vita.
Nessun italiano è ancora riuscito a vincere il Main Event delle WSOP, e chissà che questo non sia di buon auspicio per far sì che sia proprio un ragazzo sardo a vincerlo.
Farai altri tornei oltre al Main Event?
Sì, ho uno schedule abbastanza pieno di tornei nel caso non dovessi andare avanti nel Main.
Tuttavia, al momento preferisco focalizzarmi su uno schedule più scarno, che significherebbe andare avanti nel Main. Arriverò il 2 luglio a Las Vegas e giocherò subito il torneo dell’indipendenza da 800$ il 3 luglio, poi punterò dritto al Main Event.
La cosa bella di Vegas è che ci sono tornei in ogni casinò, ogni giorno e a tutte le ore, permettendomi di divertirmi ai tavoli e godermi una mini vacanza nella Sin City.
La sicurezza nelle tue capacità e nei tuoi mezzi che hai sempre palesato e continui a dimostrare, talvolta dà origine a giudizi controversi sull'immagine che dai al tavolo. Cosa ti senti di rispondere a chi storce il naso rispetto a questo modo di affrontare i tuoi avversari?
Grazie per questa domanda, perché mi dà la possibilità di spiegare un aspetto spesso frainteso del mio approccio al tavolo.
Hai mai sentito parlare dell’applicazione della PNL nel poker?
Ecco, oggi farò un piccolo accenno.
L'atteggiamento al tavolo
La PNL è un mix di tecniche di comunicazione e manipolazione funzionale (la manipolazione è sempre vista con un'accezione negativa, ma non sempre è così se utilizzata con fini altruistici) che mi permette di avere un vantaggio competitivo.
In parole semplici, costruisco una mia immagine particolare e studiata al tavolo, non solo attraverso le mani giocate ma anche attraverso la comunicazione con i giocatori stessi. Questo porta gli avversari a commettere errori a cui non sono abituati, perché tendono a preoccuparsi della valutazione standard del tavolo.

Adattare il proprio atteggiamento in base ai giocatori presenti, al momento del torneo e alla fase di gioco, mi permette di acquisire un vantaggio competitivo fondamentale.
Questo approccio a volte paga e a volte no, ma nel lungo periodo ha dimostrato di essere efficace.
Il mio gioco è fondato su una base solida e ottimale, con rischi altamente controllati.
Questo viene spesso visto come spregiudicatezza, rendendo il mio gioco imprevedibile.
Il complimento più bello che ho ricevuto al tavolo è stato quando un avversario, dopo aver perso un piatto importante contro di me, mi ha detto: "Non so mai cosa aspettarmi da te, e questo mi mette in difficoltà costante."
Penso che questo riassuma perfettamente il mio approccio al gioco e la mia strategia.
Peraltro il tuo atteggiamento non va mai fuori dalle righe in relazione al comportamento, appari sempre un ragazzo educato e rispettoso. Come si riesce a non superare il limite? Come si fa a mettere sempre sotto pressione tutti e mantenere dei buoni rapporti con gli avversari che non amano essere raisati e 3bettati 9 mani su 10?
Sì, l’educazione prima di tutto. La PNL (programmazione neuro-linguistica) è in primis empatia e ti insegna la gestione degli stati d’animo.
Diciamo che la PNL è il livello avanzato della gestione del tilt, e ogni giocatore che si rispetti dovrebbe conoscerne almeno le basi.
Io sono anche un coach certificato di PNL attraverso il Master internazionale di coaching ad alte prestazioni, MICAP, con un master in negoziazioni complesse e leadership avanzata internazionale.
Questo mi ha permesso di acquisire una padronanza di linguaggio, comunicazione e stato d’animo ottimale nella vita, nel business e anche al tavolo da gioco.
La chiave è mantenere il rispetto reciproco e comprendere che ogni giocatore ha le proprie strategie e tattiche.
Così, riesco a mettere pressione agli avversari senza mai oltrepassare il limite del rispetto.
Dopo Las Vegas, a prescindere dai risultati che otterrai, quali sono i tuoi piani per il futuro?
Sicuramente qualche mese di vacanza estivo nel mare della nostra splendida Sardegna con la famiglia e, perché no, anche qualche altro torneo internazionale come l’EPM da 2 milioni a fine luglio e il PPT a Rozvadov (circuito dal quale è nata la mia pseudo carriera pokeristica).
Chissà che io non mi presenti al tavolo con un fantastico e ambitissimo bracciale d’oro a questi tornei… eh eh