Un fulmine a ciel sereno ha squarciato la tranquillità del settore in continua espansione, come quello del betting negli Stati Uniti: un giocatore di Chicago avrebbe vinto una cifra molto alta in due bookmakers del Midwest, circa $800.000, ma rischia di non vedere un dollaro per via della contestazione mossa da Caesars Entertainment, che parla di violazione delle politiche di gioco.
In questo Articolo:
L'intricato caso di Thomas McPeek e Caesars Entertainment
Il protagonista della vicenda è Thomas McPeek, originario di Chicago, che vive con i genitori e che aveva l'abitudine di puntare sugli avvenimenti sportivi. E' quello che scrive Casino.org, che ha descritto in lungo e in largo una vicenda che sta assumendo contorni paradossali, ma che va esaminata nel dettaglio.
Le scommesse preferite da Thomas sono le ormai sdoganate e famosissime Parlay, il sistema molto simile alle nostre "multiple", che ormai hanno preso piede negli Stati Uniti e che, a fronte di una percentuale non elevatissima di vincita, propongono quote molto allettanti.
Lo studio dietro alle parlay
Tutti gli indizi portano a pensare che il bettor di Chicago non sia uno sprovveduto, anzi, il tempo impiegato durante la giornata, è dedicato all'esame delle partite sulle quali intende scommettere.
Nel momento in cui tali sforzi sembravano aver dato i loro sostanziosi frutti, e McPeek ha esultato per essere riuscito a battere il bookmaker, in questo caso Caesars, qualcosa è andato storto.
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Sono centinaia le piccole puntate di McPeek che sono state messe in atto nella parte finale dell'estate del 2023, tra luglio e agosto e, come avviene molto spesso in casi di questo tipo, buona parte di esse non sono andate a buon fine, mentre, seppur in minima parte, quelle centrate hanno dato grandi gioie allo statunitense.
Il pomo della discordia è avvenuto quando, riportiamo fedelmente, Caesars Entertainment ha invalidato entrambi i biglietti delle scommesse che gli hanno fatto vincere $350K al Horseshoe Casino di Hammond, Indiana e $450K al Isle Casino a Bettendorf, Iowa, anche se si sono offerti di rimborsare i $ 50K che ha speso per giocare quelle scommesse.
Dove sta l'inghippo
Bisogna innanzitutto mettere in chiaro che Caesars fa appello ad una questione regolamentare di non poco conto: ciò per cui il pagamento è stato bloccato, fa capo ad alcune regole ben specificate nel contratto di gioco che i bettors stipulano virtualmente all'atto del pagamento della scommessa.
E vi è di più: non sono pochi i casi in cui i legislatori statali hanno dato ragione alle case da gioco e ai bookmakers, se vi è corrispondenza tra il regolamento scritto e i fatti accaduti.
In questo caso sono due le fattispecie contestate a McPeek: il sistema delle scommesse interstatali, ovvero scommettere in uno Stato diverso rispetto a quello di residenza, cosa che non è vietata in senso assoluto ma sottosta a regole ben precise e, cosa probabilmente più importante, che le due maxi scommesse effettuate in Indiana da $30.000 e Iowa da $20.000, sono state frammentate in un numero decisamente altissimo di puntate a piccoli tagli, cosa che è proibita da una regolamento che si pone il fine di contrastare il riciclaggio di denaro illecito.
Tale legge, infatti, obbliga i casinò e le case da gioco in generale, bookmakers compresi, a segnalare qualsiasi puntata superiore ai $10.000.
Una causa persa e una in via di soluzione
McPeek si è già visto dare torto contro Caesars nello Stato dell'Indiana di fronte all'ente regolatore statale, pur adducendo a sua difesa motivazioni di carattere personale, la più importante delle quali è che "non voleva che nessun ente controllore, sapesse che lui effettua scommesse ad alto voltaggio".
La causa dinanzi all'ente regolatore dello Stato dell'Iowa è invece ancora in alto mare e, se nel caso in cui Caesars dovesse averla vinta anche qui, McPeek intenterebbe una causa civile contro Caesars per l'intero importo di $ 800.000.