Vai al contenuto
daniel negreanu

Daniel Negreanu e il tempo preso per le decisioni: "è a rischio l'integrità del gioco"

Ancora una volta lui, ancora una volta Daniel Negreanu. La polemica non si discosta moltissimo dalle situazioni che "DNegs" ha spesso combattuto durante la sua lunga carriera di giocatore live, ma questa volta il canadese chiede un intervento concreto contro quei giocatori che, a suo parere, rappresentano gli avvoltoi che si stanno impadronendo del gioco del poker.

Lo spunto nasce dall'ultima edizione delle World Series Of Poker 2025, un successo che si è allineato con le aspettative di aprile, quando si stavano per aprire i battenti sulla 56esima edizione delle kermesse di Las vegas, ma che, per amore di verità, ha messo alla ribalta alcuni personaggi che non si sono comportanti con tutti i crismi della correttezza.

Il tempo perso secondo Daniel Negreanu

Le dichiarazioni di Negreanu sono state raccolte da Poker.org e la prima parte del Negreanu-pensiero fa capo a quella che è stato, e continua ad esserlo, il fiore all'occhiello delle campagne social del giocatore canadese: il tempo perso da alcuni giocatori mentre si gioca una mano.

Uno dei giocatori che hanno creato questo tipo di, chiamiamola così, incomprensione ai tavoli durante le ultime WSOP, è stato sicuramente William Kassouf, al quale è stato dato ampio risalto per più di una sua sparata ai tavoli, oltre che al continuo parlare sia quando era coinvolto nelle mani, sia quando non lo era.

Secondo Daniel Negreanu, il fulcro del problema va scisso tra quello che è poker e quello che non lo è. Bluffare, rilanciare, puntare per valore, sono tutte azioni che fanno parte del gioco del poker; parlare in continuazione, provocare il proprio avversario, trasformare un tavolo da poker in una querelle senza fine, quello esula dal poker giocato.

Pericolo angle shooting

Provare a prendersi un vantaggio per massimizzare il proprio profitto, è lecito, secondo il canadese, ma quando decidi di utilizzare una corsia che non rimane all'interno delle regole del poker, fino a quando un'azione rimane lecita?

Se lo fai, il rischio di essere tacciato come un giocatore che ricorre ai cosiddetti angle shooting, è molto vicino e il confine è quanto mai labile.

Negreanu chiama in causa Ike Haxton, che aveva largamente temporeggiato nel corso di una mano, in cui aveva deciso di prendersi sei minuti per decidere il da farsi con una sola chip in suo possesso, in virtù di uno step che avrebbe portato i 98 players left a guadagnare $85.000, in luogo dei $70.000 che avrebbe preso il 99° classificato.

Secondo Negreanu questo è un inequivocabile Angle Shooting e a niente vale la dichiarazione di Haxton che aveva palesemente chiesto al tavolo di chiamare il clock.

L'esempio che porta Negreanu è quello paradossale, ma nemmeno poi troppo lontano dalla realtà, in cui sono rimasti in gioco 10 tavoli, dei quali 9 continuano a giocare un numero molto alto di mani e c'è invece un tavolo in cui si è praticamente smesso di giocare.

Solo perché questa è diventata la norma, può essere accettata? Non stai acquisendo equity in maniera poco ortodossa che nulla ha a che fare con il poker giocato e con le sue regole?

Haxton
Ike Haxton

Il clock che penalizza tutti

Una soluzione alla quale pensano immediatamente tutti, è quella di un clock che regoli il tempo della decisione da parte di tutti i giocatori, ma il problema è che un arco temporale ridotto per tutti, penalizza anche chi, come Negreanu, non ha interesse a perdere tempo.

Penso che i giocatori dovrebbero essere ricompensati per aver giocato velocemente."

Daniel Negreanu

Lo stesso Negreanu parla di decisioni semplici come quella di foldare una mano poco significativa al preflop: la maggior parte dei giocatori guarda le sue carte, pensa di non dover partecipare al colpo, e la folda.

Ma esistono dei casi nei quali, soprattutto al river, è necessario prendersi del tempo per arrivare a una decisione il più corretta possibile e magari serve qualche minuto in più per non sbagliare e compromettere il proprio torneo.

"Ora, io come giocatore, ho risparmiato un po' di tempo fino al momento in cui mi servono dei minuti supplementari. Anche se mi prendo tre minuti per una decisione al river, sto comunque perdendo meno tempo del ragazzo che impiega 30 secondi per fare check al flop, 30 secondi per chiamare e 30 secondi ogni volta che fa qualcosa," continua Negreanu, "Tuttavia, con il clock ho la stessa quantità di tempo di chiunque altro. Lui ha impiegato il triplo del mio tempo, ma io devo sottostare alle stesse regole che ha lui quando si tratta di prendere una decisione importante.

William Kassouf courtesy of Pokernews & Spenser Sembrat

Su Will Kassouf

Ma se da una parte il tempo è una misura che può essere limitata, o comunque normata, per alcuni atteggiamenti è difficile trovare una linea di demarcazione.

E sul comportamento di Kassouf, il pensiero di Negreanu è altrettanto chiaro: "Non provo empatia per comportamenti di quel tipo. Non ho un debole per essi. A volte quando Kassouf diceva che si prendeva il proprio tempo per decisioni davvero importanti, lo capivo.

Ma d'altro canto conosciamo tutti la storia del ragazzo che gridava al lupo al lupo, giusto? È così. Alla fine, quando hai veramente bisogno di aiuto, non lo ottieni. hai passato il torneo a tankare per sei minuti con nove carta alta. Lo vediamo tutti. E qindi no, non si dovrebbe ottenere alcuna grazia.

Cosa si intende per angle shooting?

Angle shooting nei tornei di poker è qualsiasi comportamento volutamente ambiguo o “furbo” che sfrutta le pieghe del regolamento e la disattenzione degli avversari per ottenere un vantaggio, pur senza violare in modo palese una regola.

È quindi eticamente scorretto, spesso sanzionabile a discrezione del floorman, ma non sempre catalogato come violazione oggettiva vera e propria.

Le regole TDA e dei principali circuiti danno ampia discrezionalità: avvertimento, penalty a mani/turni, fino alla squalifica se il comportamento è reiterato o si trasforma in palese abuso.

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.