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Poker ABC: 3 bluff che funzionano e tre che ti rovineranno il torneo

Soprattutto durante una kermesse così lunga come l'Italian Championship Of Online Poker, ICOOP, che si stanno giocando su  PokerStars Poker Sisal Poker, ma il discorso vale per tutti i tornei ai quali vogliamo prendere parte, ci sono bluff che fanno vincere tornei e bluff che li distruggono.

Ci sono più caratteristiche che rendono un bluff un ottimo modo di agire in determinate situazioni ed altre che invece lo rendono catastrofico.

Vogliamo provare a racchiudere queste tipologie di bluff, dividendoli a gruppi di tre ciascuno.

La storia che ha senso

Il bluff nel poker può essere paragonato a una specie di colpo di teatro, che ha però la necessità di incantare il pubblico e metterlo in condizione di non pensare che sia "troppo fantasioso", affinché l'attore principale riceva l'applauso finale.

Il problema è che stiamo parlando di soldi e di valore che entrano o escono dal nostro bankroll a seconda di come abbiamo raccontato una storia che noi sappiamo non essere vera, mentre agli occhi del nostro avversario lo deve essere per forza.

Per cui il primissimo parametro al quale dobbiamo stare attenti, è quello del racconto di una rappresentazione che deve avere un senso, nella misura in cui non stiamo “inventando” una mano, stiamo convincendo l’altro che la nostra storia è l’unica plausibile, o almeno, talmente plausibile che tutte le altre nella testa dei nostri rivali, siano meno convincenti per chiamare.

Il range coerente

Abbiamo spesso parlato della guerra dei range a seconda di tutte quelle che sono le dinamiche che il tavolo propone in quel momento.

La prima di tutte, ancor prima di analizzare tutto il resto, è la dinamica della mano. Quando decidiamo di aprire uno spot, sappiamo che se lo facciamo da una posizione iniziale, come da Under The Gun, i nostri avversari dovrebbero darci maggior credito, che viene meno via via che quell'apertura arriva in una posizione più avanzata.

Da late position, cut-off e bottone in particolare, ci sono più probabilità che il nostro range di apertura sia meno forte e, soprattutto se abbiamo capito che i due bui che stiamo attaccando sono dei giocatori medio-bravi, di questa dinamica dobbiamo tenere conto.

Il primo è che c'è coerenza con il fatto che, visto che abbiamo aperto, possiamo avere colpito la Top Pair con un Kappa in mano, mentre la seconda è che nel range di difesa di chi ha chiamato, soprattutto se lo ha fatto da Piccolo o Grande Buio, ci sono meno progetti, o non ci sono affatto, di scale e colori e una continuation bet dovrebbe andare a segno con molta più frequenza.

La continuation bet su un board che presenta almeno una carta alta a altre due completamente disconnesse, può essere ad esempio k 7 2 , avrà molto più successo a prescindere dalla posizione dalla quale abbiamo aperto, questo per due motivi.

storia credibile
Il bluff, una storia credibile...

Size calibrate, non serve fare l'eroe nudo

Quando si dice "anche l'occhio vuole la sua parte", nel poker questo tipo di dinamica va spesso al contrario rispetto alla vita di tutti i giorni.

Quando andiamo ad una festa di compleanno, ad esempio, e la nostra amica che fa gli anni ci propone una torta sfarzosa, piena di panna, di crema e di decorazioni, l'occhio ne giova e lo stomaco si aprirà alla gioia imminente di riceverne almeno un pezzettino.

Nel poker, al contrario, almeno quando vogliamo effettuare un bluff, se vogliamo che esso riesca bene, il nostro scopo sarà quello di mettere in conto che meno diamo nell'occhio e maggiore sarà la possibilità che non desteremo sospetti.

Le size calibrate saranno sempre e comunque nostre amiche: sparare altissimo fin dal flop, farà accendere qualche lampadina di pericolo agli occhi di chi stiamo cercando di far foldare e saremo molto più soggetti ad essere "sgamati".

Ricordate sempre che la regoletta del "se foldano a un miliardo, foldano anche a poche unità", anche se non è sempre vera, lo è buona parte delle volte, soprattutto in field pieni di giocatori occasionali dove odds e pot odds non si sa nemmeno cosa siano.

Il pericolo dei check-raise

Proviamo per un attimo a girare la situazione e vestirci da Piccolo o Grande Buio che difendono sull'apertura da UTG di un nostro avversario.

La definizione di range cappato

Un range cappato è un insieme di mani che, per via della linea scelta (pre o postflop), non contiene o contiene pochissime combo “nuts” (set, doppie forti, scale/colori nuts ).

Per questo motivo possiamo agire di conseguenza anche e soprattutto in bluff per outplayare, o spedire fuori dal colpo, una mano che, nonostante non abbia estremo valore, ci batterebbe allo showdown.

Immaginiamo di avere a che fare con un baby board che dice 8-7-2 rainbow: come possiamo comportarci visto che il range da UTG dell'original raiser è solitamente "cappato" ( la definizione di range cappati la troverete più avanti ).

Sappiamo che con ogni probabilità l'apertura del nostro rivale presuppone un range nello spettro del quale potrebbero essere presente una broadway ( due carte alte ) o un asso medio grande che non ha colpito il flop.

Sappiamo anche che la difesa dai Bui, può rappresentare tutta una serie di carte medie come i connectors, i suited connectors, come 8 9 , oppure 7 8 , e qualche one o two gaps, come 10 8 o 7 10.

Non è mai una cattiva idea decidere di chiamare la prima e, in caso di scary card per il nostro avversario al turn, come un 6 oppure un 9, oppure ancora una carta che raddoppia il board, comportarci a seconda di come il nostro avversario ha agito fino a quel punto: se è uno che si arrende facilmente e non spara la seconda, meglio uscire in puntata e anticiparlo, mentre se è uno che va spesso in second barrel, optare per un bel check raise convincente.

Questo, ovviamente, se anche noi siamo in bluff o in semi bluff... Se abbiamo molto valore, invece, come ad esempio un set o scala già chiusa, ovviamente, lasciamolo fare.

I clienti ideali

Il bluff più sbagliato che puoi fare, è invece quello che proverai a portare a termine contro le cosiddette calling station, ossia quei giocatori che non molleranno il colpo nemmeno se hanno 5 7 in mano e il flop dice a k 7 .

Se non abbiamo nessun valore e veniamo chiamati al flop, la rinuncia al nostro bluff sarà l'opzione più corretta alla quale fare affidamento, se dovessimo intestardirci a bluffare con questo tipo di giocatori, occhio a puntare tutte le strade, sarebbe catastrofico.

Il bluff con le Mystery Bounty in palio

Lo short stack con 18–22 bui, nel pieno di una corsa verso mystery bounty da cacciare, è ancora peggio: i suoi range di call si irrigidiscono, le sue decisioni sono più binarie, e il tuo margine di manovra evapora.

In questi contesti il bluff non solo si perde valore atteso, provare a bluffare ti costa stack in uno dei momenti in cui lo stack vale di più e una ventina di Blinds sono preziosi.

RACCONTARE UNA STORIA CHE HA SENSOOCCHIO A STACK - STILE RAPPRESENTATO- POSIZIONE
RANGE COERENTEDA EARLY "RANGE CAPPATO"
NON FARE GLI EROISIZE CALIBRATE PER OGNI STRADA
CHECK-RAISE DAI BUISVELIAMO NOI I BLUFF AVVERSARI
I CLIENTI IDEALISTILI AVVERSARI - OCCHIO AI CALLING STATION
MYSTERY BOUNTYCATASTROFE ANNUNCIATA CON GROSSE BOUNTY IN CORSO

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.