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In tanti hanno messo a confronto il poker e il mondo degli affari, affermando come in entrambi i campi occorra prendere decisioni difficili in pochi istanti. Secondo il noto investitore/giocatore di poker David Einhorn, tuttavia, il poker è una passeggiata di salute rispetto al business.
Einhorn, hedge fund manager con un patrimonio a 9 zeri, ha recentemente affermato come "il mondo dell'investimento è un po' più multidimensionale del poker". Per il fondatore e presidente di Greenlight Capital, il poker è solo un divertimento, ma le vere sfide sono le difficili decisioni che deve prendere ogni giorno nel suo lavoro.
Non che secondo lui poker e investimento non abbiano punti di contatto, anzi: "In entrambi i casi, è come risolvere un puzzle". Einhorn spiega che sia nel poker che negli affari ci sono elementi noti (nel primo caso le proprie carte, nel secondo le condizioni economiche di una compagnia), un ragionamento ipotetico (quali carte può avere l'avversario e quale può essere la sua strategia, cosa ha in mente il management di un'azienda e la sua psicologia) e i risultati finali (l'esito di una mano e ciò che succede nei diversi mercati).
Secondo Einhorn, tuttavia, anche tra queste similitudini esiste una differenza sostanziale nel tempo che occorre per determinare il successo: "Nel poker, una mano si risolve nel giro di pochi minuti. Anche se nel mondo degli investimenti il thinking process può avere durata simile, qui ci possono volere persino degli anni per vedere l'esito delle proprie decisioni iniziali. E il mindset è totalmente diverso".
Il patrimonio netto di Einhorn è stimato a 1,8 miliardi di dollari ed è dunque chiaro come mai giochi a poker solo per diletto. Questo non significa che non abbia ottenuto buonissimi risultati, come il 18° posto al Main Event WSOP 2006. Abbiamo visto Einhorn anche al Big One for One Drop 2012, dove arrivando 3° si è portato a casa oltre $ 4,3 milioni.
Tutte le vincite ottenute giocando a poker, il buon David le ha devolute in beneficienza, contribuendo tra le altre cose alle cause di City Year e della Michael J. Fox Foundation, la fondazione voluta dall'omonimo attore che da anni si batte per trovare una cura al morbo di Parkinson.