A breve distanza dal suo più importante successo in carriera ottenuti ai tavoli di poker online, Sorel Mizzi si lascia andare a dichiarazioni spiazzanti, affermando che in futuro giocherà sempre meno tornei concentrandosi sulle partite di cash game, e questo già a cominciare dalle prossime World Series Of Poker.
Il canadese lo ha dichiarato ai microfoni di PokerNews.com mentre si trovava al WPT di Amsterdam, tappa obbligata per molti professionisti dopo l'EPT di Montecarlo anche in chiave SCOOP, visto che in Olanda è ancora possibile giocare su PokerStars.com. Curiosamente, Mizzi ha affermato che quel torneo online non aveva neppure intenzione di giocarlo, venendo invece convinto a farlo visto che l'High Roller del WPT di Amsterdam aveva un field relativamente contenuto.
Una decisione che, in realtà, all'inizio aveva amaramente rimpianto: "Mi sono ritrovato a giocare su un solo tavolo, con meno di dieci big blind, sotto di qualcosa come 18.000 dollari, con 200 giocatori ancora in corsa e 120 a premio - ha raccontato divertito - poi scherzando ho chiamato Liv Boeree su Skype dicendo che stavo lottando per 355.000 dollari con cinque big blind, ed alla fine incredibilmente ho vinto".

Un successo arrivato senza alcun deal anche perché Sorel con quattro giocatori rimasti, quando era chipleader, lo ha rifiutato: "Improvvisamente sono piombato al quarto posto e stavo già temendo il peggio, poi un paio di coinflip fortunati mi hanno fatto tornare chipleader - ha raccontato - in heads-up con circa 100.000 $ di differenza fra primo e secondo posto sarebbe stato più responsabile chiudere un deal, ma c'è questa specie di bias cognitivo per cui mal che vada vinci comunque oltre 250.000 dollari, quindi sei disposto a rischiare di più".
Tipico di uno come Sorel, si potrebbe pensare, se non fosse che le motivazioni che sembrano spingerlo lontano dai suoi "tornei" appaiono molto distanti dall'immagine che lui stesso ha sempre dato di sé nel corso di questi anni: "I tornei lusingavano il me stesso più giovane, con la possibilità di vincere, di primeggiare ed ottenere la gloria - sottolinea - col tempo però mi sono accorto che troppo spesso ho messo il poker davanti alle mie relazioni con gli altri, mentre ora sto cercando di rivedere le mie priorità in maniera più equilibrata".
Ed ecco che allora il cash game gli pare più adatto: "C'è molta meno varianza ed in più è estremamente più flessibile, in futuro giocherò ancora tornei ma solo in location che mi piacciono particolarmente, come appunto Amsterdam. Las Vegas durante le WSOP mi piace, anche perché ci sono tutti, ma non è una città dove posso trascorrere più di due mesi, e in ogni caso penso che mi dedicherò soprattutto alle partite di cash game".