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Scandalo Baccarat: la complice di Phil Ivey perde 2,7 milioni

Cheung Yin Sun, la complice di Phil Ivey nello scandalo “edge sorting” del Borgata e del Corckfords  di Londra, due giorni fa si è vista respingere la domanda giudiziale depositata contro il Foxwoods Casinò (Connecticut), per un altro caso controverso, ai tavoli di mini baccarat.

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Il contenzioso è nato nel dicembre 2011, quando la donna (meglio conosciuta come “Queen of Sorts”, proprio per la sua abilità nella tecnica dell’edge sorting) insieme ad altri due “soci” cinesi, Long Mei Fang e Zoong Yang LI, aveva depositato 1,6 milioni di dollari per una sessione infuocata di mini baccarat, al termine della quale aveva vinto 1,1 milioni di dollari, sfruttando un’imperfezione del dorso delle carte.

Quando il trio si è presentato alla cassa del casinò, non solo gli è stata negata la vincita ma anche il capitale scommesso (1,6 milioni), perché accusati di aver barato. Così i tre cinesi sono stati costretti a rivolgersi ad una corte giudiziale, rivendicando 2,7 milioni.

Secondo il tabloid Las Vegas Sun, i funzionari del Foxwoods conoscevano i tre giocatori, noti per l'utilizzo di questa tecnica dell'edge sorting, già prima del loro arrivo nella sala da gioco, perché i loro nomi erano inseriti nelle black list dei bari a Las Vegas ed Atlantic City.

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La domanda di risarcimento richiesta dai tre gamblers cinesi è stata respinta perché - secondo il giudice del Connecticut - la società proprietaria del casinò, Mashantucket Pequot, “gode di immunità sovrana, come tutte le tribù indiane americane". Di fatto, la domanda è stata respinta quindi per un problema formale di legittimità passiva.

Non è la prima volta che Cheung Yin Sun soccombe in un'aula di tribunale: è già successo a Londra, quando nel 2012, il Crockford Casinò si è rifiutato (per lo stesso motivo) di pagare Ivey e Cheung Yin Sun che avevano vinto 7,3 milioni di sterline (circa 12 milioni di dollari) ad un tavolo di Mini Baccarat. La corte inglese ha respinto le istanze di rivendicazione della vincita.

Queste due sentenze non promettono nulla di buono in vista della prossima causa che vede contrapposto lo stesso Phil Ivey contro il Borgata Casinò. Ed anche questa volta ci sono in ballo parecchi soldi: 9,6 milioni di bigliettoni verdi. Il casinò di Atlantic City però non è "protetto da immunità sovrana" e il caso sarà discusso dinanzi ad una giuria e non un solo giudice.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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