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Incredibile a Macao: i gamblers non pagano e vengono rapiti... i casinò si assicurano

A Macao i nodi vengono al pettine. Vi avevano raccontano del complesso funzionamento riguardo gli junkets, operatori molto "discussi" e sospettati di legami poco raccomandabili con la mafia cinese e le triadi (in caso di dubbi, leggete il rapporto dell'FBI e del Dipartimento di Giustizia statunitense su Puha e soci).

La forza e il business dell'ex colonia portoghese è legata a doppio filo con queste agenzie che continuano a procurare clienti alle sale da gioco, offrendo un servizio completo ai giocatori. Nonostante Pechino abbia adottato delle misure restrittive volte ad ostacolare la loro attività.

In estrema sintesi, gli junkets (spesso finanziati con capitali di dubbia provenienza) offrono un pacchetto viaggio ai propri clienti Vip, includendo anche suite di lusso all'interno del casinò hotel con tutti i servizi accessori annessi, mettendo a disposizione una consistente somma di denaro a credito per giocare ai tavoli high roller.

In Cina esistono rigidi divieti valutari. Un ostacolo per le sale da gioco di Macao. Per questo motivo, gli junkets forniscono somme di denaro cash ai propri clienti quando arrivano nell'ex colonia portoghese. Il denaro, in teoria, dovrebbe essere restituito una volta rientrati in Cina. Si tratta, di una sorta di schema di riciclaggio di denaro alla luce (o quasi) del sole ma Pechino, dopo anni, sembra essersi svegliata.

Un sistema che favorisce indirettamente i casinò presenti nell’ex colonia, in primis le grosse catene americane.

Però siamo arrivati al limite e oramai il mercato è in mano alla malavita locale. Un rapporto della Macau Judiciary Police ha rivelato che è aumentato in maniera verticale il numero di rapimenti a danno dei giocatori che si sono recati a Macao. I casi di detenzione illegale sono cresciuti del 112% in un anno.

I gamblers insolventi vengono rinchiusi in camere d'hotel dai malviventi e le famiglie, durante i rapimenti, vengono sollecitate a cercare denaro per saldare i debiti di gioco.

E i casinò cosa fanno? La loro reazione è sorprendente. Sabato, il tabloid South China Morning Post, ha reso noto che le sale da gioco e gli hotel di Macao cercano di tutelarsi da eventuali azioni di richiesta danni da parte delle famiglie dei giocatori rapiti, stipulando contratti con compagnie di assicurazione, per proteggersi dalle conseguenze indirette di queste azioni criminali. Ma è logico immaginare un'altra offensiva da parte di Pechino riguardo gli operatori junkets e i casinò. Oramai non si può più tollerare una situazione del genere.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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