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Lee Jones (PokerStars): "I cambiamenti al VIP system erano assolutamente necessari"

Nel mare di polemiche che si sono succedute in merito ai cambiamenti al VIP system, PokerStars parla per la prima volta in video con uno dei suoi rappresentanti ufficiali: Lee Jones, che nell'azienda ricopre il ruolo di Director of Poker Communications.

Intervistato da Sara Herring per Pokernews, Jones ha ammesso un difetto nella comunicazione dei cambiamenti. "Nell'ottobre del 2014 rilasciammo un comunicato in cui parlavamo di "cambiamenti significativi" al vip system a partire dal 2016, ma avremmo dovuto essere più precisi e diretti", ammette scusandosi con "i giocatori che hanno lavorato duro per raggiungere gli status di Supernova nel 2015".

Addirittura Jones rivela che, nei piani originari dell'azienda, la stretta sarebbe dovuta arrivare già ad inizio 2015, con la conseguente fine dello status di SuperNova Elite ad inizio 2016. Quindi, immaginando le reazioni che ciò avrebbe comportato, nel quartier generale di PokerStars hanno deciso di rinviare il tutto di un anno.

Su un punto però il Manager di PokerStars è chiaro: il fatto di avere sbagliato la comunicazione non può bastare per annullare o rinviare cambiamenti che egli stesso definisce "assolutamente necessari". Secondo il manager americano nessuno può negare che lo fossero, neanche Negreanu. Jones sottolinea come le condizioni in cui si muove oggi PokerStars siano molto differenti rispetto a prima: non solo per i cambiamenti del mercato, ma anche per il fatto di essere oggi una società quotata in borsa con tutto ciò che ne deriva.

Il doversi muovere in questa nuova situazione, insieme all'ecosistema in continua evoluzione, ha indotto dunque PokerStars in un paio di passi falsi. Ma attenzione, perchè qui si parla sempre di comunicazione e non si accenna mai alla possibilità di un parziale dietro front.

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I termini che usa Jones sono piuttosto forti: "The VIP System is broken, the ecosystem is broken, and we have to do something about it". Tradotto letteralmente, "Il vip system è andato, l'ecosistema è andato e noi dobbiamo fare qualcosa".

Jones poi passa all'argomento "sciopero", sgombrando subito il campo: "Durante i giorni dello sciopero, la salute dell'ecosistema è stata la migliore che si sia vista da molto tempo a questa parte", dice Jones spiegando che i depositi dei giocatori amatoriali hanno avuto una durata media molto più lunga di quanto accada di solito, in questa finestra temporale. Il ragionamento di PokerStars è chiaro e noto: se i "recreational" perdono il loro denaro più lentamente si divertono di più, perchè hanno un'esperienza di gioco migliore, e questo è un bene per tutti.

Infine, Jones tiene particolarmente a precisare un punto, riguardo allo sciopero: "in quanto società quotata in borsa, abbiamo il dovere di sfatare il mito che questo sciopero ci abbia in qualche modo danneggiato. La verità è che non ha avuto alcun impatto finanziario."

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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