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Gli Spin & Go cannibalizzano i tournaments con il 79% dei ricavi

Gli Spin & Go sono un fenomeno che non si arresta più: secondo gli ultimi dati ufficiali forniti dall'Arjel, l'ente regolatore francese, i sit-lotteria stanno cannibalizzando l'action in Francia.

In base alla report ufficiale relativo al quarto trimestre, il 79% dei ricavi generati dai tournaments complessivi (tornei e sit and go) sono generati da Spin & Go di PokerStars e Winamax Espresso. Il dato è impressionante se consideriamo che il peso di questo gioco era già rilevante e pari al 59% delle revenues nel primo trimestre del 2015. Sarà curioso conoscere gli ultimi dati in Italia.

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Questo boom ha senza dubbio contribuito ad un incremento dei ricavi dei tournaments in tutti i paesi. In Francia le fees pagate nel quarto trimestre ammontano a 496 milioni di euro, con un incremento del 17% rispetto allo stesso periodo del 2014, quando i giocatori transalpini versarono 424 milioni di euro.

Il cash game anche in Francia conosce un inesorabile declino: il passo indietro è di 12 punti percentuali, con un volume d'affari che è sceso a 937 milioni di euro. Nel report si legge che "la causa principale è dovuta ad un disinteresse dei giocatori, in particolare quelli high stakes".

Il numero dei players attivi è diminuito del 7% e, in base ai dati Arjel, è ora pari a 548.000 nell’e-gaming tricolore.

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L'incremento dei ricavi nei tournament non è sufficiente a compensare il calo delle revenues nel cash game e Parigi ancora una volta mostra preoccupazione. Non a caso l’Arjel è riuscito a convincere il Governo ad aprire il mercato alla liquidità internazionale. L’ultima parola spetterà all’Assemblea Nazionale.

I ricavi lordi per gli operatori sono diminuiti, nell'ultimo trimestre, del 4%. L'Arjel ha reso noto che in questi primi 5 anni di mercato regolamentato, solo 3 degli 11 concessionari sono riusciti a registrare profitti mentre gli altri 8 sono sempre andati in perdita nel poker online.

Al momento sono 10 le società attive (nel 2010 erano 25 gli operatori). Il problema rimane sempre il solito: l'elevata pressione fiscale nel cash game (2% sul pot lordo).

L'utilizzo dei dispositivi mobili continua a crescere anche nel 2015 nel gaming online transalpino: il 46% ha giocato dal proprio smartphone, rispetto al 38% del 2014 e solo il 12% del 2011.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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