Se esiste una top ten dei giocatori più vincenti nei casinò, non può mancare Norman Leigh. Geniale nel modo di approcciare il gioco, geniale nello scegliere la tattica e geniale nell'assemblare quella fortunata dozzina di players per sbancare i casinò di mezza Europa.
Norman Leigh ha studiato per anni la roulette, alla ricerca di un metodo per poterla battere, finché giunse alla conclusione che per realizzare l'impresa occorreva un metodo matematico, un capitale consistente e la possibilità di giocarlo in gruppo su tutte le chance.
Scelse la progressione conosciuta come "Labouchere" giocandola al contrario (Reverse Labouchere): in poche parole aumentava l'entità delle puntate dopo una vittoria e abbassava tale entità dopo una sconfitta. Con questo accorgimento cercava di limitare le esposizioni.
Una delle sue missioni (tra le due guerre mondiali nel ventesimo secolo) vide come destinazione il casinò di Nizza. Per formare il gruppo mise un annuncio mascherato sul giornale locale della cittadina di Barnemouth in Inghilterra. La frase suonava così: "Riviera Francese. Partecipazione attiva ad un impresa in Costa Azzurra. Quota 250 Sterline" (circa 3500 euro attuali).

Tra tutti quelli che hanno risposto, ha selezionato dodici personaggi diversi tra loro per caratteristiche fisiche ed estrazione sociale.
Ha trasformato i "fortunati" selezionati - dopo un durissimo tirocinio pratico in Inghilterra - in vere macchine da gioco. I fantastici 13 partirono alla volta di Nizza ed attaccarono il casinò dall'apertura alla chiusura, giocando su un tavolo tutte e sei le chance in due turni.
Prima di iniziare a giocare, Norman Leigh si recò dal direttore del casinò avvertendolo che avrebbe applicato un sistema matematico, chiedendo garanzie che non avrebbe avuto problemi da parte sua o del personale. Il direttore lo rassicurò convinto del fatto che nessun sistema matematico potesse battere il banco.
Ma non aveva fatto i conti giusti. Dopo otto giorni di dura action infatti, quando avevano totalizzato una vincita di 58.000 sterline (1.200.000 euro all'epoca), il direttore preso dal panico si rimangiò la promessa fatta e non solo li fece allontanare dal casinò, ma addirittura li denunciò, in modo tale da farli inserire nella lista dei clienti non desiderati dai casinò pubblici francesi.
È convinzione comune che Norman Leigh e soci siano stati solo fortunati. Trattandosi di una progressione aggressiva, sarebbe bastato ai gestori del casinò lasciarli fare perché matematicamente non potevano vincere all'infinito. Al primo incidente di percorso (ovvero serie di numeri missata), avrebbero perso quasi tutto il capitale.
Ma la pressione e lo spavento generato da quel gruppo, ha indotto i manager del casinò ad agire di impulso impedendo loro di continuare. In questo modo dimostrarono cosa le sale da gioco fossero disposte a fare, pur di difendersi contro i giocatori vincenti.
Norman Leigh racconta nel dettaglio questa sua avventura nel libro “Thirteen against the bank”. C'è un passaggio emblematico in quel libro, che vale la pena riportare. "Noi tredici abbiamo provato che un gruppo di persone determinate (che lavorano con metodo scientifico) possono battere qualsiasi casinò, rispettando le regole".