Subito dopo aver compiuto 18 anni, Sofia Lovgren ha versato $50 su PKR. Dopo un anno aveva fatto crescere il bankroll fino a $60.000, rendendosi conto di poter trasformare quella passione in un lavoro. Otto anni dopo ripercorre la sua carriera ricca di successi ai tavoli.
Al giorno d'oggi Sofia Lovgren è una affermata professionista che gira il mondo alla ricerca delle partite di cash game più profittevoli. Questa tipologia di poker è la sua specialità ed è ciò con cui si guadagna da vivere, ma anche negli MTT sa farsi valere, come dimostrano gli oltre $270.000 vinti nei tornei dal vivo. Ed è proprio con un torneo che la sua carriera ebbe inizio quasi dieci anni fa.
Come ha raccontato in una lunga intervista a Pokernews.com, il suo percorso nel poker iniziò con la vittoria di un freeroll. All'epoca Sofia era una studentessa del liceo e voleva semplicemente provare quel gioco di cui suo fratello era un grande appassionato. Inconsapevolmente, quei pochi euro incassati con il freeroll rappresentavano l'inizio di tutto.
Con la piccola somma iniziò a giocare tornei e cash game fino ad arrivare a $4.000. Una cifra importante per una adolescente, che però sparì con la stessa velocità con cui si era materializzata: l'inesistente gestione del bankroll, insieme alla scarsa esperienza, fecero tornare a zero il saldo della sua cassa.
"Ricordo che fu molto frustrante", dichiara la team pro di 888Poker.com. "A quel punto, poco dopo aver compiuto 18 anni, ho versato $50 su PKR, dove giocavo con il nickname "welllbet", e ho iniziato da capo. Ho grindato per tante ore ai low stakes, ho gestito al meglio il bankroll e ho avuto pazienza. Dopo un anno ero salita al $1/$2 e avevo trasformato i $50 in $60.000".
Dopo aver ottenuto un tale successo, Sofia non poteva abbandonare il poker per dedicarsi esclusivamente all'università. Così, nel 2009, scelse di prendersi un anno lontano dai libri di scuola per provare a diventare una professionista del poker.
"Ho deciso di prendermi un anno per giocare a poker full time", ricorda. "La poker room ha notato la costanza dei miei risultati nel cash game e mi ha contattata per un'intervista. Poco dopo sono stata invitata a Londra e sono diventata la prima donna nel loro Team Pro. Avevo appena compiuto 20 anni e potevo finalmente giocare dal vivo nei casinò svedesi. Da allora ho sempre alternato online e live".
Inizialmente i genitori erano contrari all'idea che la figlia diventasse una professionista del poker ad appena 20 anni, ma si sa che la mentalità scandinava è molto più aperta e tollerante della nostra. Portando le prove concrete del suo successo, Sofia è riuscita ad ottenere l'appoggio della famiglia.
"Vincevo costantemente al cash game già all'ultimo anno di liceo e il poker mi stava dando un'entrata superiore a qualsiasi lavoro regolare. Ho mostrato ai miei genitori i miei grafici e il mio bankroll e a quel punto hanno entrambi accettato l'idea di un anno di pausa dagli studi per dedicarmi completamente al poker. Oggi ho il pieno supporto della mia famiglia per quello che faccio, finché sarò felice di farlo e riuscirò a mantenere un equilibrio nella mia vita".
Equilibrio è la parola chiave per Sofia Lövgren: "Oggi ho una vita molto più bilanciata e sana. Vado in palestra e passo molto tempo con la mia famiglia e i miei amici. Amo giocare dal vivo perché conosco sempre nuove persone. Viaggiando molto per i tornei ho la possibilità di visitare nuovi luoghi e imparare molto dalle altre culture".
Tornando al poker giocato, la 26enne svedese spiega perché preferisce il cash game ai tornei: "Ho sempre pensato che fosse più intelligente guadagnarmi da vivere con il cash game perché la varianza è più bassa. I tornei possono essere molto frustranti quando giochi per ore e poi viene eliminata con una bad beat prima di andare a premio. Ti sembra di aver sprecato tempo".
Il suo approccio al poker è molto razionale. Per lei nessun big shot agli high stakes, nessuna follia o rischio eccessivo, tanto nella gestione del bankroll quanto come stile di gioco: "Ho sempre cercato di giocare senza rischiare troppo. Per fare del poker un lavoro devo ridurre la varianza con un buon bankroll management. Troppi giocano fuori bankroll e solo alcuni di loro ce la fanno a diventare pro. Mi sono costruita il bankroll passo dopo passo partendo dai micro stakes e non ho mai giocato ai tavoli nosebleed".
Il segreto del suo successo è quindi strettamente legato a un'impostazione mentale solida e anche piuttosto rigida: "Giocare over-rollata (con un bankroll ben più grande dello standard, ndr), unitamente a una buona gestione del tilt, è stato fondamentale per vivere al meglio i downswing. Nel cash game, poi, ho giocato grandi volumi, nell'ordine di milioni di mani, e questo è servito a ridurre la varianza".