Un doppio scontro con i Q-10 degli avversari e per Phil Hellmuth si mette subito male lo speciale WPT Bad Boys of Poker giocato a Los Angeles nel 2006. Scopriamo allora nei dettagli cosa è accaduto esattamente nella sua rubrica “La mano della settimana”.
“…Q-10, Q-10, Q-10… sveglia Phil, stai avendo un incubo! E probabilmente l’avreste avuto anche voi se aveste perso due piatti da 230.000 e 350.000 chips contro questi Q-10 suited. Mi è capitato al WPT Bad Boys of Poker del 2006, quando al tavolo con me c’erano Tony G, Mike Matusow, Men “The Master” Nguyen, John Robert Bellande e Gus Hansen.
Con bui 3.000/6.000 e ante di 500, apro per 18.000 con k k da early position. Men mi chiama dal bottone con q 10 e sul flop arrivano q j 9 . Entrambi slowplayamo la nostra mano, checkando, ed il turn è un 5 .
Faccio ancora check e Men opta per una puntata da 30.000 sulla quale mi soffermo un attimo a rifettere. Potevo chiamare, pushare per le mie ultime 200.000 chips oppure proseguire con un rilancio più piccolo. Ero abbastanza sicuro di avere la best hand, ma se avessi avuto torto, andando all-in avrei dovuto pregare per un miracolo.
Tuttavia, pushare mi avrebbe permesso di proteggere la mia mano nel caso l’avversario avesse avuto qualcosa come AJ. Probabilmente lui avrebbe foldato, ed io mi sarei aggiudicato il piatto. Potevo anche chiamare, ma così davo a Nguyen la possibilità di prendersi gratis una delle sue outs. Però alla fine decido per questa opzione così da poter sparare una bet da 50.000 dopo aver visto il river. Difficilmente lui avrebbe foldato una coppia alta.
L’ultima carta comune è un k e checko rapidamente. Esatto, avevo tris ma con un 10 lui mi avrebbe battuto con una straight. Men punta 60.000 ed io faccio subito call: “Ho una scala” mi dice, e poi aggiunge “avevo comunque top pair già dal flop.” A quel punto gli mostro i miei cowboys e lui si rende conto di essere stato parecchio fortunato.
Dopo quella mano, tutti al tavolo hanno cominciato a darmi addosso per il modo in cui avevo giocato. Secondo loro dovevo pushare al turn invece di callare quei 30.000. Ma io non ero d’accordo. E poi Men mi ha successivamente confidato che avrebbe comunque chiamato l’all-in, per cui la mia giocata mi ha salvato dall’eliminazione.
Con ancora 100.000 chips a disposizione, non passano neanche 10 minuti che faccio un double-up contro Matusow in all-in preflop con KK contro i sui 54 suited. Rimasti soltanto in tre – io, Matusow e Tony G – e con i bui a 10.000/20.000 più ante di 5.000, per mixare un po’ il mio gioco decido di pushare dal bottone nella mano successiva con qualsiasi carte mi arrivino.
Appena il dealer me le passa, scopro di avere q 5 e vado all-in per 180.000 chips. Tony G folda da small blind ma non Matusow, che chiama indovinate con cosa? Ancora q 10! Il flop è 7 4 3 ed il turn è q , e quando mi serve un 5 per la coppia, un 6 per la scala e qualsiasi altra carta a picche per il colore, il river è invece un 9 e finisco in terza posizione.”
Phil Hellmuth