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Will Kassouf

Will Kassouf: “Gordon Vayo? Un heads-up vergognoso. Ci vogliono più player come me”

Ogni anno, il Main Event delle World Series of Poker ci regala perle e personaggi in quantità. Nel 2016 è toccato a Will Kassouf, giocatore molto preparato dal punto di vista tecnico ma soprattutto uno di quei chiacchieroni al tavolo capaci di farsi odiare o amare, senza vie di mezzo.

Kassouf, qualche giorno fa, è stato il protagonista di un’interessante sessione di Ask Me Anything su Reddit. Vi proponiamo le domande e le risposte più interessanti.

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Che cosa cerchi (segnali, tell) quando parli coi tuoi avversari? Lo fai per ottenere informazioni o solo per farli tiltare?

“L’obiettivo dello speech play è cercare di ottenere informazioni dai tuoi avversari. E penso che il modo migliore per farlo sia conversare con le persone, farle interagire con te. Anche se non ottieni una risposta dal loro linguaggio del corpo, il modo in cui reagiscono, il loro comportamento, ti danno molte informazioni di base.

Ciò che avete visto su ESPN, specialmente nel Day 7, sono stati tanti player che si sono lasciati infastidire da me, prendendola sul personale. Ma non c’è malizia in ciò che faccio o dico. Gioco seguendo le regole, ma molti americani non erano abituati allo speech play, quindi ne sono rimasti frustrati e hanno cercato di coalizzarsi contro di me”.

Lo speech play e prendersi del tempo per le decisioni pre-flop sono cose legali e in molti concordano. Ma se tanti altri cominciassero a fare come te, il gioco non si rovinerebbe?

“Be’, non è da tutti. Penso che ognuno debba avere il proprio stile di gioco. Bisogna sempre trovare il modo di giocare sentendosi a proprio agio e per raccogliere informazioni dagli avversari. Ma se si gioca come me solo per farsi vedere in TV, si rischia di essere presi di mira dai top pro che sfrutteranno a loro vantaggio tutto ciò che direte”.

È stato più coniglio Vayo o più coraggioso Nguyen?

(Ndr. In realtà l’utente di Reddit usa una metafora un po’ volgare che non riportiamo volutamente)

“Bella domanda. Nguyen sicuramente ha mostrato delle palle quadrate enormi, d’acciaio. Ho adorato il modo in cui ha giocato, mostrando cuore, coraggio e convinzione in tutto ciò che ha fatto. Ha commesso un paio di piccoli errori ma ha preso molte decisioni giuste. Ha giocato un poker coraggioso, imprevedibile, non convenzionale ed è stato bello da vedere: un campione meritevole.

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Gordon Vayo è stato davvero deludente in heads-up, imbarazzante e vergognoso. Giocare un heads-up in modo così passivo, esattamente l’opposto di Nguyen, esattamente l’opposto di come si deve giocare per diventare campioni del mondo.

Non solo il modo in cui ha giocato l’heads-up è stato imbarazzante, ma tutto il suo comportamento. Su di me ha mentito quando ha detto che io ho attaccato una donna fino a farla piangere, cosa che non è assolutamente vera”.

Vai spesso in the tank nei tornei o è stata una strategia studiata per la fase deep del Main Event WSOP?

“Non abuso del tanking, ma se ho una decisione difficile mi prendo il mio tempo. Sono stato criticato per il tanking, ma se ho T-2 pre-flop e uno rilancia io foldo velocemente. Quando facevo tanking, quasi sempre dovevo affrontare una decisione difficile. Non so perché la gente si lamentava se ci mettevo 10-15 secondi, quando i livelli dei bui duravano due ore.

Per esempio, da UTG+1 una volta avevo 9 2 e Normad Chad dice: “Oh, ma questo è un fold facile, perché va in the tank con 9-2”. Ma non sapevano che io ho rilanciato con 9-2 e ho fatto foldare quasi tutto il tavolo. Ha chiamato solo Bleznick da big blind con un amano migliore, ho floppato bottom pair, lui ha fatto check, io ho puntato, lui ha foldato e io ho vinto il piatto.

Quindi nessuno mi dava credito in questo tipo di situazioni in cui riflettevo su una mano. Il punto del tanking è far credere che hai una mano forte e che stai pensando a quanto rilanciare, ma volevo estrarre valore dalle mani più deboli dei miei avversari quando in realtà avevo solo 9-carta alta".

Come sarà il poker da qui ai prossimi 5-10 anni?

“Questo gioco ha un disperato bisogno di più personaggi. Sarebbe bello se esistessero più personaggi come me, che si divertono, fanno un po’ di casino al tavolo, parlano con gli avversari anche solo per fare conversazione o per ridere e scherzare – a prescindere dal buy-in del torneo o dal montepremi – giusto per godersi il gioco per quello che è”.

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