Chi segue il poker online da tanto tempo li conosce come due ottimi professionisti in grado di accumulare profitti mostruosi, mentre chi si è affacciato al mondo del poker da non più di un paio di anni vede in loro due dei più famosi youtuber di questo settore. Parliamo di Joe Ingram e Doug Polk, che prima di essere colleghi (tanto ai tavoli quanto su Youtube) sono anche grandi amici. Visto l'ottimo rapporto hanno deciso di lanciare uno show congiunto - "Table Talk with Papi & Polk" - nel quale parlare di tutto ciò che è di attualità nel mondo del poker.
Il primo episodio ha ottenuto ottimi feedback, perché i due ci sanno fare davanti alla telecamera e godono di una reputazione tale da rendere le loro opinioni automaticamente molto autorevoli. I temi trattati sono tanti, ecco alcuni stralci della conversazione.
IL RITORNO DI GUS HANSEN
Il primo argomento è il ritorno di Gus Hansen, che dopo più di un anno sembra voler tornare a dar battaglia negli high stakes online. "Posso assicurare al 100% che in questo periodo di pausa Gus non si è chiuso in casa per migliorare il suo gioco", commenta Doug Polk. "Secondo me il suo ritorno era solo una questione di tempo: prima o poi sarebbe sicuramente successo. Se guardi ai 20.6 milioni di dollari che ha perso nel tempo, scopri che giocava e poi spariva per un po', poi giocava e spariva di nuovo, e avanti così".
Secondo Doug, il motivo della sua assenza non è da attribuire alla volontà di non perdere altri soldi: "Alla fine ha gettato la spugna ma credo che fosse solo perché Full Tilt ha chiuso. Se il 2-7 Triple Draw $2.000/$4.000 di Full Tilt fosse ancora online, sono certo che lui sarebbe ancora in gioco".
PHIL IVEY: IL CASO BORGATA E LE PERDITE ONLINE
Un altro tema interessante è quello su Phil Ivey. Joe e Doug hanno parlato prima del caso Borgata, con "WCG|Rider" schierato fortemente contro il casinò: "Il Borgata che pretende le perdite attese è la cosa più ridicola che abbia mai sentito. Non sono un avvocato ma è incredibile che un casinò possa chiedere non solo di restituire le vincite ma anche le perdite attese".
Successivamente hanno parlato delle perdite che Ivey ha rimediato negli ultimi anni giocando online. Secondo Doug, la motivazione è ben precisa: "Non c'è dubbio che Phil Ivey sia molto determinato e attento, quando te lo trovi al tavolo dal vivo cerca di capire che intenzioni hai e cosa sta succedendo. Tutto questo viene un po' meno nel poker online e se negli ultimi tempi non ha più distrutto gli high stakes online è perché il livello è diventato molto più difficile".
"Recentemente ho fatto un video sui piatti più grandi giocati nel No-Limit Hold'em online e ti posso dire che all'epoca il field era molto soft. Il $500-$1.000 era un livello facile, c'erano forse uno o due giocatori competitivi a quei tavoli. Non era così difficile vincere se potevi permetterti di giocare a quei livelli".
WILLIAM KASSOUF E QUI NGUYEN, I PROTAGONISTI DELL'ULTIMO MAIN EVENT WSOP
Infine, Joe e Doug hanno parlato dei due giocatori simbolo del Main Event WSOP 2016: William Kassouf e il vincitore Qui Nguyen. Sul primo si è già detto tantissimo, ma Polk offre un'opinione differente: "Kassouf sarà ancora in giro perché continuerà a giocare, ma non diventerà un'icona del poker. Verrà ricordato per il Main Event di quest'anno, perché è questo ciò che succede quando qualcuno fa una deep run e riceve molta copertura mediatica. Il fatto è che non può farsi un nome fuori da questo contesto e non potrà fare altre deep run del genere, non è mica Fedor Holz!".

Su Nguyen, entrambi hanno un giudizio favorevole. "Qui Nguyen è un bene per il poker perché lo ha reso nuovamente divertente", dice Ingram. "Ho parlato con alcune persone nella mia palestra che mi hanno detto di aver visto il final table e di trovare straordinario quel tizio, con la sua aggressività e il suo modo di giocare. Credo che Qui Nguyen possa portare il poker tra la gente comune e convincere tutti che anche con il suo modo di giocare si può vincere. Credo che abbia fatto capire a molti che non si deve essere un fottuto giocatore da GTO per dominare a poker".
Opinione simile per Doug Polk, che però ha un dubbio sulla sua longevità: "Credo che Qui Nguyen sia un bene per il poker, perché dimostra che chiunque può sedersi al tavolo, giocare aggressivo, piegare un pro come Gordon Vayo e vincere il Main Event. Sono contento che non sia il solito 20enne dell'online ma spero davvero che resti in giro, c'è il rischio di vederlo più che altro ai tavoli di Baccarat".