Ancora dal Commerce Casino per il Los Angeles Poker Classic, Phil Hellmuth ci commenta un’altra sua mano capitatagli durante il day 1 dell’evento.
“Prima di raccontarvi lo spot di questa settimana, voglio ricordarvi ancora una volta questo: giocate mantenendo tanta pazienza ed aspettate che le carte si mettano sulla vostra strada. E’ proprio così, amici miei. Dopo parecchie riflessioni ed analisi personali, sono giunto a conclusione che il caro vecchio stile super-tight sia quello che funziona meglio, almeno per me.
Ok, con bui 100/200 e circa 30.000 chips come stack a disposizione, apro di 600 da under the gun con 3 3 . L’avversario da bottone e quello da big blind decidono di chiamare e sul flop arrivano 7 4 3 . Il grande buio fa check ed io lo seguo slowplayando il mio set. Il bottone checka a sua volta ed il turn è un k .
Ancora check del big blind e questa volta punto 1.300 con successivo fold del ragazzo da bottone. L’unico avversario rimasto rilancia invece fino a 2.400 e, dopo averci pensato per un po’, flatto soltanto. Il river è infine un 4 e l’oppo spara una bet da 11.400 che io snap-callo con il mio full-house aggiudicandomi un bel piatto contro l’altro giocatore che aveva floppato direttamente una scala con 5 6 .
Rivediamo insieme la mano. Mi piace il check al flop visto che avevo deciso di giocare un poker difensivo in un torneo con stack davvero profondi. Qualche anno prima, nello stesso evento, avevo chiamato un rilancio con 44 in un piatto heads-up, e sul flop j 7 4 ero finito busted contro un tris di sette. Ricordo ancora il volo di ritorno a casa arrabbiato nero per non aver gestito quella situazione in altro modo. Chissà cosa sarebbe potuto accadere se non avessi buttato via tutte le mie chips in quell'unico colpo.
Tornando in topic, un altro motivo per cui ho checkato il set sul board 7 4 3 era per dare una possibilità agli altri di hittare una top pair con qualcosa tipo AJ se un jack cadeva al turn (anche se probabilmente sarebbero stati drawing dead). Inoltre, checkando mi lasciavo aperta l’opzione di beccare qualcuno che era su un bluff. Il rovescio della medaglia era che agendo in questo modo avrei tenuto il piatto basso se uno dei due avversari avesse centrato la top pair e avrei dato loro la possibilità di beccare un 6 o un 5 per chiudere una scala che potesse battermi.
Mi piace il check dell’altro sul turn dopo che ha floppato una straight. Dato che dal suo punto di vista io e l’altro eravamo praticamente drawing dead, perché non checkare di nuovo? Bella giocata sicuramente. Inoltre, avrebbe potuto check-raisare nel caso qualcuno tra noi avesse chiuso una coppia col Kappa al turn. In tal caso, uno tra noi due l’avrebbe pagato a sufficienza.
Io ho semplicemente callato il suo rilancio al turn perché avevo paura di shovare trovandolo con un trips più alto oppure con una scala. Non c’erano motivi per rischiare l’eliminazione.
Sul river, mi piace la sua puntata da 11.400. Quella era sicuramente una size pensata per farmi chiamare. Tuttavia, forse una bet da 6.000 o 7.000 sarebbe stata più idonea, perché avrei potuto callare più facilmente nel caso avessi avuto una mano come KQ. Infine, ho deciso di chiamare soltanto sull’ultima street perché volevo proteggere le mie chips. Veramente, con quale mano mi avrebbe chiamato un all-in che io potevo ragionevolmente battere?"