L’Arjel, l’ente regolatore governativo francese in materia di gioco online, lancia l’allarme nella sua relazione trimestrale. Per le autorità transalpine continuare con un prelievo così aggressivo (nel poker online è pari al 2% del pot) insieme “ad un’offerta autorizzata così restrittiva che non tiene conto delle aspettative e delle abitudini delle nuove generazioni, appesantisce sempre di più il mercato legale a fronte di un’offerta illegale che si sta intensificando“.
Il 50% dei players francesi gioca sul dot com
Come previsto, l’effetto spread sta devastando il mercato legale dell’e-gaming francese. Una recente ricerca universitaria ha rivelato che il 50% dei players in Francia gioca sul dot com (in Italia il 20%) e l’Arjel sembra non smentire i risultati di questo sondaggio.
Questo dato deve servire a far riflettere i politici italiani (indotti dalla lobby del live) che hanno proposto di aumentare le tasse sul gioco remoto. Il Ministero dell’Economia, conscio dei pericoli, ha però scartato l’ipotesi.
Arjel spinge per diminuire tasse sulla raccolta gioco (poker +3%)
Lo stesso Arjel ha esortato mesi fa, in linea con la relazione della Corte dei Conti, il Governo a diminuire la pressione fiscale sul gaming ed è stato il primo sponsor della liquidità internazionale che dovrebbe senza dubbio essere un elemento di spinta per il poker online che, nel primo trimestre del 2017, ha visto le revenues salire a 64 milioni di euro, in aumento del 3%, mentre i giocatori attivi settimanali sono calati dell’1% a 255.000.
Liquidità internazionale: firme a giugno
L’Arjel ha anche annunciato che l’accordo con gli altri regolatori (Italia, Portogallo e Spagna) sarà sottoscritto nel mese di giugno mentre a settembre ci sarà l’incontro con gli operatori di gioco per dare il via all’ambizioso progetto del poker .eu 2.0.
Anche in Francia si registra il boom online dalle scommesse, i cui ricavi sono in crescita del 23% ed hanno raggiunto nei primi tre mesi dell’anno 633 milioni di euro.