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L’ultimo ace di Boris Becker: a quasi 50 anni diventa testimonial di PartyPoker

Benvenuti nel 2008, anzi no. Certo fa strano, vedere un ex campione di tennis (ri)diventare testimonial per un brand pokeristico. Fa strano sia perchè Boris Becker ha quasi 50 anni, sia perchè il mercato delle poker sponsorship attraversa da almeno 2-3 anni una crisi che pareva irreversibile e destinata a farlo definitivamente tramontare, come strumento di marketing.

Invece PartyPoker stupisce tutti ancora una volta e, dopo l’ingaggio di Sam Trickett come ambasciatore del brand, annuncia anche quello dell’ex “Bum Bum”. Dal canto suo Becker “trova lavoro subito dopo averlo perso”: proprio ieri aveva reso noto di non essere più il personal coach dell’ex numero 1 del mondo Novak Djokovic. A Nole, Becker era legato da circa 3 anni, anche se il fenomeno serbo non ha mai rinunciato al suo coach storico Marian Vajda.

Boris era per Djokovic una sorta di consulente speciale, andando curiosamente a ricreare una competizione con il rivale di sempre, Stefan Edberg, che aveva assunto ruolo analogo con Roger Federer. Lo svedese aveva chiuso l’esperienza da coach a dicembre 2015, esattamente un anno prima di quanto avvenuto al tedesco.

Becker con Nole Djokovic
Becker con Nole Djokovic

Becker era tra l’altro già stato legato per diversi anni a PokerStars: si ricordano le sue fugaci presenze a qualche EPT, dove non ha mai lasciato il segno. Il legame aveva però una qualche ragion d’essere perchè la room dalla picca rossa aveva un forte interesse per il pubblico tedesco, ma soprattutto perchè si era all’apice del marketing pokeristico e gli investimenti in team pro e testimonial vari erano davvero ingenti.

Sette anni dopo, tuttavia, lo scenario è molto differente. Il poker online ha subito duri colpi che hanno inevitabilmente influenzato le prospettive di mercato. Ma anche Boris Becker è invecchiato di altri sette anni. In questo senso, leggere il nome della promozione che accompagna l’arrivo di Boris in Partypoker fa quasi sorridere: “Beat the Ace”. In sostanza, tramite una serie di ricchi freeroll ci si potrà guadagnare un posto per sfidare live Becker in heads up anche da 25.000 dollari. In pratica una promozione molto simile a quella “Battle Boris” che PokerStars aveva cucito addosso all’ex tennista, al tempo della sua collaborazione con la room. Peccato fosse il 2008.

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Inoltre, tralasciando il gioco di parole che sa un po’ di rimasticato, si fatica a immaginare il target di questa promozione. Quando Becker sfornava ace sui campi di mezzo mondo, la stragrande maggioranza degli attuali appassionati di poker (o potenziali tali) non era ancora nata o era poppante.

Alla fine, però, probabilmente l’ultimo ace il vecchio “bum bum” lo ha appena messo a segno, strappando un ingaggio del genere.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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