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Carboni: ‘i miei consigli ai players italiani di Full Tilt’

Polemiche e discussioni ha suscitato il comunicato di PokerStars sull’impossibilità di rimborsare i giocatori italiani, ex clienti di Full Tilt Poker.  La room dell’isola di Man, da quando ha acquistato la red room, ha provveduto a rimborsare i saldi dei giocatori in tutti i paesi del mondo ma in Italia non è stato possibile. 

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In molti si domandano per quale motivo tecnico, Rational Group non ha potuto soddisfare i nostri connazionali. Lo abbiamo chiesto ad uno dei principali esperti del mercato legale: Giovanni Carboni, fondatore della Carboni & Partners, nota società di consulenza di parecchi concessionari italiani ed operatori di settore. 

Assopoker: La decisione di PokerStars in merito alla vicenda, era secondo lei l'unica strada praticabile? C'erano delle alternative a suo modo di vedere?

GC: Non era possibile in alcun modo trasferire agli ex-giocatori di www.fulltilt.com il credito che risultava accumulato sui conti di gioco in modo compatibile con le leggi italiane. PokerStars in tal caso avrebbe concretamente rischiato le conseguenze pesantissime che ha indicato nel comunicato, la contestazione dei reati di riciclaggio e di favoreggiamento. Era possibile destinare questo importo in modo diverso, ad esempio in beneficenza o per altri scopi, ma non indirizzarlo ai giocatori di Full Tilt e neppure favorirli in alcun modo nell'assegnazione. Secondo il comunicato, l'accordo con il Dipartimento della Giustizia Di New York avrebbe consentito a PokerStars anche di non fare alcuna iniziativa.

Assopoker: Accreditare bonus ai giocatori sulla piattaforma italiana non era possibile?

GC: L'accredito sui conti di gioco degli ex-giocatori fulltilt.com eventualmente aperti sulla piattaforma pokerstars.it sarebbe stato anch'esso una forma di restituzione, illegale per i medesimi motivi e con le medesime conseguenze. Anche l'acquisizione di una nuova concessione italiana diversa da quella di pokerstars.it, utilizzata per offrire il gioco con il brand Full Tilt non avrebbe legittimato in alcun modo l'accredito agli ex-giocatori di fulltilt.com del credito che questi vantavano nei confronti della ex Full Tilt Ltd, cioè un soggetto giuridico fallito e che oggi è cessato. PokerStars, ma dovrei meglio dire Rational, cioè la società a cui fanno capo tutte le attività esercitate con il marchio PokerStars, ha acquisito dal Dipartimento della Giustizia di New York alcuni asset importanti della vecchia società Full Tilt, tra questi il brand ed il diritto al suo uso. Potrebbe acquisire una concessione per il gioco a distanza e offrirlo con il marchio Full Tilt, come fa già in altri Paesi che hanno una regolazione del gioco nazionale, ma va ricordato che il soggetto giuridico non avrebbe nulla a che fare con la vecchia Full Tilt.

Assopoker: Le iniziative promozionali che PokerStars ha intenzione di attuare saranno costituite da bonus secondo lei?

GC: Si deve trattare obbligatoriamente di bonus, anche se potrebbero essere offerti in molte modalità e formule differenti. Non possono essere in ogni caso soldi. Il trasferimento di una somma di denaro da un soggetto ad un altro deve essere motivata e costituirebbe un reddito per il soggetto cui è destinata. Fortunatamente la normativa fin dalla prima regolazione del gioco a distanza ha dato una ampia facoltà di utilizzo del bonus. Il bonus è equivalente a tutti gli effetti ad uno "sconto" sul prodotto acquistato, ovvero alla somministrazione gratuita del servizio (il gioco) che costituisce l'oggetto dell'attività dell'operatore, come un "3x2" in un supermercato.

Assopoker: Il comunicato di PokerStars fa riferimento a violazioni della legge penale italiana, da parte di Full Tilt Poker e dei giocatori. Condivide questa posizione?

GC: Nel comunicato viene evidenziato che ai sensi dell'articolo 4 della legge 401 del 1989, che è una legge fondamentale riguardante "l'esercizio abusivo del gioco",  viene sanzionato penalmente chiunque svolga in Italia qualsiasi attività di raccolta del gioco anche con partecipazione a distanza. Ma quello che raccomando di non dimenticare agli ex-giocatori di fulltilt.com (e se per questo a chiunque giochi su siti dotcom) e che, per quanto possa apparire a molti eccessivo o paradossale, la stessa legge sanziona penalmente il giocatore che partecipa ad attività di gioco su siti che non dispongono della concessione dell'AAMS.

Assopoker: Oltre a problemi penali, ci potrebbero essere anche conseguenze sulla posizione fiscale di coloro che giocavano sulla room dot com?

GC: Questo aspetto è forse anche più complicato dell'altro, ma non mi sento di escludere che un giocatore possa essere soggetto anche a conseguenze sul piano fiscale.

Assopoker: Con questa presa di posizione ufficiale di PokerStars, la vicenda di Full Tilt Poker secondo lei è all'epilogo in Italia oppure assisteremo ad una catena di ricorsi degli ex clienti della red room?

GC: Auspico che la vicenda si chiuda in questo modo. Non credo che ci siano i motivi e gli argomenti per polemiche. Il soggetto nei confronti del quale i giocatori vantavano un credito, la società Full Tilt non c'è più. Sono convinto che gli ex-giocatori di fulltilt.com non abbiano motivo di lamentarsi nei confronti di PokerStars, che non poteva fare diversamente, ha soddisfatto i giocatori di Full Tilt in tutti i paesi in cui questo era legalmente possibile ed aveva interesse a fare la stessa cosa in Italia se gli fosse stato possibile.

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Assopoker: Da consulente, ci potrebbero essere danni d'immagine dopo questa vicenda per la room?

GC: Va ricordato che l'accordo con il Dipartimento della Giustizia è una operazione che è costata complessivamente a Rational oltre 700 milioni di euro. I 2 milioni di euro relativi al mercato italiano sono una quota minima. Non è pensabile che PokerStars abbia voluto correre un rischio di immagine su uno dei suoi mercati oggi più importanti per speculare su una quota così piccola. Mi risulta che per mesi PokerStars abbia cercato una strada per poter pagare nella legalità i giocatori di Full Tilt, in Italia come negli altri paesi.

Assopoker: Cosa consiglia ai giocatori italiani di Full Tilt?

GC: È plausibile la delusione di molti giocatori ma raccomanderei loro di non rendere pubblica né dichiarare la loro passata attività di gioco sul sito fulltilt.com, perché rischierebbero di auto-denunciarsi. Sono al corrente di un caso nel quale un giocatore (non di fultilt.com in questo caso) ha scritto ad un funzionario pubblico lamentandosi del comportamento scorretto di un operatore dot.com  dichiarando in tal modo la propria attività di gioco illegale, a fronte della quale il funzionario pubblico ha ritenuto di non poter evitare di denunciare il giocatore.

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