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Domenico Tresa rilancia Italian Rounders e si accorda con CSEN

Domenico Tresa scende in campo e annuncia di aver ricevuto la delega per il poker sportivo dall’ente di promozione sportiva (affiliato al CONI) CSEN. Con il tramontare della regolamentazione, inoltre il manager ha annunciato ai microfoni di Assopoker di voler rilanciare il network di “Italian Rounders”, facendo intendere che il prossimo passo sarà l’organizzazione dei tornei “multisala” a livello nazionale.

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Puoi spiegarci il significato di questo accordo con il CSEN?

Penso sia rilevante sottolineare che un ente di tale portata (con il numero maggiore di iscritti tra quelli riconosciuti dal Comitato Olimpico) dia la delega ed un incarico interno ad un uomo che lavora da anni nel mondo del poker sportivo, a testimonianza dell’attenzione che c’è verso il live.

Ma si tratta di una sorta di affiliazione?

No, noi non siamo affiliati con il CSEN, ma bensì facciamo parte della realtà interna della struttura che oltretutto è un interlocutore del CONI.

Al tempo stesso hai deciso di ripartire con il network di Italian Rounders. Puoi spiegarci per quale motivo?

Lo scenario è cambiato dalla giurisprudenza e dall’immobilismo dopo la legge del 2009: per questo motivo abbiamo deciso di riprende il progetto, cercando di valorizzare il poker che viene vissuto nelle associazioni. Gli stessi giudici hanno preso atto della situazione con la legge che non è stata attuata. In uno scenario del genere, Italian Rounders ritorna ad essere un network associativo.

Quale sarà la vostra politica?

Pensiamo di avere le competenze storiche per portare avanti un discorso del genere: in prima istanza penso sia fondamentale qualificare le strutture e dare delle linee guida ai club. Lavoreremo insieme al CSEN per pubblicare un vademecum, una sorta di guida per le associazioni, nel pieno rispetto della legge. Cercheremo di suggerire i migliori standard interni e trasferiremo il nostro know how. 

Errori che volete evitare in questo percorso?

Non vogliamo generare confusione informativa: una cosa che vogliamo evitare è quella di ingannare i club promettendo cose che non sono alla portata di nessuno.

Avete raggiunto un accordo con un ente di promozione sportiva affiliato al CONI: come vedi la prospettiva del riconoscimento del poker come pratica sportiva?

In questo momento il CONI non ha espresso pubblicamente nessun tipo di giudizio, né ci sono in giro autorizzazioni formali del Comitato Olimpico. Il nostro mandato con il CSEN è solo un primo step e va interpretato come tale. 

Che significato politico può avere?

E’ il primo passo, un’attenzione reale e concreta di un ente verso questa disciplina, ma nulla di più. Non vorrei che si generassero equivoci e una confusione pericolosa che sarebbe deleteria per i circoli.

Che tempi prevedii per arrivare ad un eventuale riconoscimento?

Non sarà un processo veloce. Bisogna essere chiari con tutti da questo punto di vista.

Obiettivi e vantaggi di questo accordo?

Vogliamo innanzitutto standardizzare le procedure interne dei club, rendendole conformi alle norme gestionali ed associative che sono doverose per una gestione legale dell’associazione. Uno degli obiettivi principali è quello di innalzare il livello operativo della sala, certificare i sistemi interni, formare il personale di sala in base a determinati standard, ad iniziare dagli arbitri, direttori etc. Uniformare i regolameti e certificare i club, classificandoli con un bollino blu se si attengono a questi parametri.

Progetti nell’immediato?

domenico-tresaCreare un format di campionati nazionali come in passato, riprendere vecchi progetti (come ad esempio il campionato universitario). Punteremo anche sui tornei multi sala, ma con numeri importanti, come facevamo nel 2008, con il coinvolgimento di 80/90 club e la sponsorship di Lottomatica, quando abbiamo mandato 10 persone alle WSOP.

Servizi per i vostri club affiliati?

Forniremo strumenti informatici e marketing avanzati, struttureremo corsi di formazione per players e operatori di sala.

Il vostro network al momento quanti club ha affiliati?

Sono 15 e tutti di dimensioni importanti. Un’altra cosa che tengo a chiarire è che Italian Rounders non acquisirà denaro dai tesseramenti. Vi sarà un rapporto diretto tra il CSEN e le associazioni.

Sotto l’aspetto rappresentativo che tipo di percorso intendete intraprendere?

Vogliamo rappresentare il movimento ma siamo aperti a sinergie con altre realtà e federazioni. Siamo sempre stati aperti alla collaborazione, non è una nostra prerogativa correre da soli o arrivare per primi. Ripeto: siamo disponibili a discutere e studiare una sinergia con tutti, per il bene del movimento.