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Full Tilt e i conti da autenticare: milioni a rischio per i big

antonius-stakingUna dichiarazione del servizio clienti di Full Tilt Poker ha messo in allarme chi ha acquistato account (o percentuali del loro valore) da altri giocatori dopo il crack, ma anche chi ha prestato o finanziato players trasferendo fondi sulla red room.

I responsabili del sito hanno ribadito in queste ore: “saranno messe in atto misure di sicurezza supplementari per autenticare e validare tutti gli account. L’accesso ai conti e gli storici completi saranno forniti solo al proprietario dell’account. Vogliamo inoltre sottolineare che non siamo responsabili per eventuali trasferimenti dei conti, passaggi di proprietà, né di modifiche, a partire dal 29 giugno 2011”.

In poche parole chi ha acquistato account di altri players dovrà affidarsi alla buona fede del proprietario originario che risulta formalmente titolare. Stesso discorso vale per chi ha stakato altri players, trasferendo fondi su altri conti come ha ammesso Patrik Antonius a più riprese.

C’è il forte sospetto che Daniel ‘jungleman12’ Cates (che aveva più di 5,5 milioni depositati) abbia ceduto il proprio account (svendendolo in cambio di una percentuale) ad un top player (a Las Vegas si faceva con insistenza il nome di Tom ‘durrrr’ Dwan).

Anche Patrik Antonius deve recuperare una somma consistente, vicino ai 5 milioni di dollari, considerando i soldi prestati e gli accordi non rispettati da parte del suo ex sponsor che doveva versare, nel giugno del 2011, una cospicua somma sul suo conto.

E’ probabile che il nuovo gruppo dell’Isola di Man voglia trattare in merito ai crediti derivanti dal contratto e magari rinegoziare un nuovo deal di sponsorizzazione.

Il simpatico campione finlandese ha precisato però  – nell’ottobre del 2011 –  che i crediti in suo favore derivano in gran parte da giocatori da lui stakati: in particolare un player gli dovrebbe qualcosa come 2,4 milioni di dollari. Ed ha confermato il trasferimento dei fondi anche in una recente intervista.

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Patrik (che ha solo 100$ depositati) ha smentito qualsiasi ipotesi di cash out:  “Io ed il mio manager ci abbiamo provato, ma ci è stato risposto che esistevano problemi. Così, dato che mi sarei recato negli Stati Uniti per giocare le WSOP, ho trasferito i miei soldi ad altri giocatori interessati, che tuttavia adesso si rifiutano di pagarmi perché non considerano vero denaro quello che è bloccato sui loro conti”.

Si spera che le cose siano cambiate, considerando che entro 90 giorni i saldi saranno disponibili. Antonius potrà fare leva sui suoi ex stakati per recuperare il denaro, ma la cosa non è così scontata, perché la red room sembra aver preso le distanze dalle operazioni tra giocatori. 

Dipenderà tutto dalla buona fede e dalla collaborazione degli altri soggetti coinvolti. Antonius però potrà dimostrare il trasferimento dei fondi e, in extrema ratio, rivolgersi ai tribunali competenti ma non sarà una passeggiata.

D’altronde negli accordi di staking, è determinante la fiducia tra le parti. In Italia, la Corte di Cassazione, ad esempio, nega ogni tipo di tutela. Gli accordi meramente privati tra giocatori non possono essere oggetto di azione giudiziale, ovvero non sono meritevoli di tutela legale. 

“La regola – stabilisce la Cassazione – di cui all’articolo 1935 c.c. non può valere per gli accordi meramente privati fra i giocatori, che si svolgono con modalità normalmente inidonee a fornire alcuna certezza in ordine ai relativi contenuti e avvengono sotto la spinta di motivazioni largamente influenzate da fattori irrazionali”.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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