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Full Tilt Poker: Brunson e Greenstein prendono posizione!

Doyle Brunson crede alla buona fede di LedererNell'intricata matassa chiamata Full Tilt Poker che si è avviluppata a partire dal Black Friday, nel corso dei mesi si è giunti man mano a fare chiarezza, fino ad arrivare ad una vendita che sarebbe apparsa impensabile neppure un anno fa: sebbene gli aspetti ancora da chiarire non manchino, c'è chi come Doyle Brunson e Barry Greenstein pare avere le idee piuttosto chiare in merito.

Entrambi presenti all'EPT di Londra, i due veterani del mondo del poker hanno esternato le proprie posizioni ai microfoni di PokerListings.com, dicendo sostanzialmente che pur ritenendo gli imputati principali in buona fede siano stati compiuti una serie di errori piuttosto clamorosi.

Dice infatti Brunson: “Conosco Howard Lederer da anni e l'ho sempre tenuto nella massima considerazione, credendolo una persona assolutamente onesta: credo quindi che non fosse davvero a conoscenza di quel che stava accadendo”.

Barry Greenstein, soltanto 'sfiorato' dal Black FridaySullo stesso tono si pongono le dichiarazioni di Barry Greenstein: “Non ho alcun dubbio circa il fatto che la loro idea non fosse quella di derubare i propri clienti, ma il Black Friday li ha colpiti nel momento peggiore. Molti di loro sono miei amici e non erano a conoscenza della situazione, il problema è nato quando se ne sono accorti”.

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Un tempismo che secondo alcuni non è stato casuale, tuttavia – al di là di speculazioni di questa natura – il tentativo di porre riparo ad una situazione sfuggita di mano ha di fatto causato più danni che altro, fatto che non pare sorprendere Brunson: “In ogni affare in cui sia stato coinvolto non ho mai fatto le scelte giuste, i giocatori non sono dei buoni imprenditori”.

Greenstein, d'altra parte, punzecchia anche il governo statunitense, che dal suo punto di vista avrebbe indirettamente creato i presupposti perché uno scenario del genere si venisse a creare: “La mancata regolamentazione del poker online è stata una concausa, non dovremmo fare in modo che il denaro derivante dal poker e dai giocatori americani si disperda altrove, ma trattenerlo negli Stati Uniti ed usarlo per impiegare americani”.

Un proposito che certamente in futuro ci sarà chi non mancherà di tradurre in realtà...

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