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Full Tilt: PokerStars ha pagato i 225 milioni, via libera a riapertura e rimborsi

Nella giornata di ieri, il Dipartimento di Giustizia statunitense (DoJ) ha reso noto di aver ricevuto il previsto pagamento di 225 milioni di dollari da parte di PokerStars come prima tranche per l’acquisizione di Full Tilt Poker.

“Resa” dei conti per i giocatori USA
Ciò significa che da ieri sono iniziati i 90 giorni entro i quali PS dovrà rimborsare i fondi ai giocatori. I giocatori USA potranno riavere i propri soldi solo dopo aver inoltrato una richiesta di recesso al Dipartimento di Giustizia. In assenza di tale adempimento, per un player statunitense non sarà possibile ricevere alcunchè.

I conti Full Tilt usati come “anagrafe”
Sono stati fissati anche i criteri per stabilire lo stato di residenza di ogni giocatore. Per ciascuno, farà fede lo stato di appartenenza indicato sul proprio account di Full Tilt Poker alla data del 29 giugno 2011, ovvero il giorno della famosa ed improvvisa chiusura. In questo caso, per tutti quei giocatori che dagli USA sono andati a vivere in altri paesi che permettessero loro di giocare online (ad esempio il Canada) trasferendovi anche la residenza, questa decisione rappresenta un boccone amaro molto duro da digerire. Non è comunque difficile prevedere polemiche e ricorsi su questa vicenda, poichè da un punto di vista legale tale disposizione appare come una forzatura.

Riapertura durante il final table WSOP o le elezioni USA?
Il poker room manager di Full Tilt Shyam Markus si è palesato sul forum di twoplustwo con un lungo post in cui risponde a diversi dubbi e questioni aperte, prima fra tutte quella della riapertura. Non esiste una data precisa, ma Markus afferma “entro i prossimi 90 giorni, più probabilmente fra la fine di ottobre e i primi di novembre”.

I 90 giorni fissati per i suddetti rimborsi valgono quindi anche per il ritorno online di Full Tilt Poker, che inizialmente sarà solo for fun e che sarà in ogni caso destinato (come Assopoker ha anticipato diverse volte) al solo mercato internazionale non regolamentato, con esclusione (oltre agli USA) di bacini come quelli di Italia, Francia, Spagna, Belgio, Estonia e Danimarca, che hanno tutti un proprio mercato nazionale pienamente legalizzato.

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Italiani alla finestra
A proposito dei paesi aventi mercati regolamentati come i sei citati sopra in cui ovviamente rientra anche l’Italia, è stata resa nota anche la politica dei rimborsi. Nessun giocatore residente in questi paesi potrà più giocare sul nuovo Full Tilt Poker, i loro conti saranno trasferiti sugli appositi siti nazionali PokerStars e i loro saldi resi disponibili. Per quanto riguarda gli italiani, sono ancora in corso i colloqui fra PokerStars.it e AAMS per trovare una soluzione tecnico-legale adeguata a permettere questo ingente rientro di fondi.

Affiliati sul piede di guerra
In contemporanea alla dichiarazione dell’avvenuto pagamento al DoJ, è arrivata anche la notizia di una causa intentata da Pokerstrategy.com ai vecchi proprietari di Full Tilt Poker per 1,2 milioni di dollari. Questa azione legale apre un nuovo fronte, ovvero quello relativo al rapporto e alle pendenze fra Full Tilt Poker e i vecchi affiliati, i quali vantano ancora diversi crediti nei confronti della red room. Nonostante i destinatari della causa siano appunto i vecchi proprietari di Full Tilt, è tuttora aperta la questione relativa a chi dovrà rispondere del denaro dovuto dalla red room ai tanti siti affiliati nel mondo, di cui un colosso come Pokerstrategy.com rappresenta solo un esempio eclatante: PokerStars? I vecchi proprietari di Full Tilt? O addirittura il DoJ? Per adesso non vi è alcuna certezza in merito, perchè la parte dell’accordo relativa a questo tipo di responsabilità non è stata mai resa nota. Visti gli sviluppi legali, anche questo aspetto verrà presumibilmente presto reso pubblico.

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"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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