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Donald Trump

Golpe al poker a stelle e strisce: 9 Procuratori chiedono l’abolizione

Il poker americano volge ad un definitivo declino? Vi avevamo raccontato che a seguito dell’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, il futuro per il texas hold’em online statunitense sarebbero stato oscurato dall’ombra ingombrante di Sheldon Adelson.

Donald Trump

Il magnate di Las Vegas Sands ha versato un assegno da 25 milioni che ora vuol portare all’incasso.

Il finanziamento al Partito Repubblicano non è stato un atto generoso, la verità che c’è uno scopo ben preciso: cancellare una volta per tutte ogni forma di gioco online negli States. Si torna indietro di 20 anni nel paese tecnologicamente più avanzato del mondo, nella patria di Google, Facebook, Amazon etc. Solo per assecondare gli interessi economici della multinazionale più ricca ed influente nel mondo del gambling.

Le conseguenze saranno scontate con un allargamento dell’offerta illegale non autorizzata.

Una vera azione di lobby ad altissimo profilo è in corso, alle spalle di Trump che forse sta facendo finta di nulla, considerando i suoi interessi nel settore (è proprietario della rete All American Network). A fare il lavoro “sporco” dovrebbe pensarci il suo vice Mike Pence, governatore dell’Indiana, che ha sempre sposato una posizione anti-gambling e per questo motivo in linea con Adelson.

Sarà un caso ma 9 procuratori generali statali hanno inviato una lettera (data 17 novembre) proprio al futuro vice presidente, chiedendo una revisione della recente interpretazione del Wire Act.

I procuratori hanno criticato in maniera molto aspra le posizioni dell’amministrazione Obama, quando nel Natale del 2011, il Dipartimento di Giustizia (l’Attorney General è nominato dal presidente) pubblicò un’interpretazione permissiva della legge federale.

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Il Wire Act fu approvato nel 1961 al fine di vietare le scommesse sportive trasmesse in via telematica in tutti i 50 stati. 50 anni dopo il divieto è stato circoscritto solo al betting, consentendo tutti gli altri giochi.

Grazie a questa interpretazione, tre stati, Nevada, Delaware e New Jersey ne hanno approfittato per consentire il poker online (e in NJ anche il casinò online), mandando su tutte le furie Adelson che da tre anni è promotore di una campagna per la revisione proprio del Wire Act.

L’atto formale è stato firmato dagli Attorney General di 9 stati: Lousiana Michigan, Nebraska, Nevada (!), North Daota, South Dakota, Texas, Oklahoma e South Carolina. Molto probabilmente Trump assumerà una posizione neutra (si era espresso a favore della legalizzazione federale) e lascerà che le richieste dei procuratori facciano il loro corso.

In caso di divieto Nevada, New Jersey e Delaware saranno costretti a rispettare tale volontà del Dipartimento di Giustizia. C’è però un precedente interessante: sempre per la legge federale negli USA è vietato l’uso della cannabis, ma in diversi Stati è consentito il consumo anche per fini ricreativi. Fino ad ora le autorità federali hanno tollerato questo mercato, ma con Trump il vento del proibizionismo potrebbe prendere il sopravvento.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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