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La favola di Tabor: da scommettitore a proprietario di BetVictor

“I buoni scommettitori sono anche bravi bookmakers. Ho scoperto sulla mia pelle quanto sia vera questa frase” , musica e parole di Michael Tabor, guru delle scommesse sull’ippica britannica e  nuovo azionista di maggioranza di una delle betting company più famose al mondo: BetVictor.

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La storia di questo personaggio affascina (ne parleremo più avanti), perché è partito 50 anni fa dal basso, per arrivare ai vertici del gaming di Sua Maestà. L’operazione si è conclusa in queste ore e il mitico fondatore Victor Chandler ha dovuto rassegnare le dimissioni dalla carica di presidente. 

Si chiude un’era: “dopo aver posseduto e guidato questo settore per 40 anni, ho pensato ad una nuova dirigenza e proprietà per il futuro della società. Conosco Michael Tabor e sono certo che BetVictor continuerà a prosperare”. 

Chandler rimarrà come consulente,  mentre Michael Carlton non sarà più lo Chief Executive Officer ma rimarrà a disposizione dei nuovi manager per 6 mesi, per la fase di transizione.

Tabor ha completato la sua scalata irresistibile ai vertici del betting inglese e al bookmaker basato a Gibilterra.

Possedeva già il 45% delle quote ma fino a pochi mesi fa pareva impensabile che Victor Chandler cedesse il suo gioiello: “penso che il brand BetVictor ha un potenziale enorme ed è ben posizionato sul mercato per continuare la sua espansione, con ulteriori investimenti”.

Non è stata comunicato il valore della transazione ma l’operazione ha ricevuto l’assenso della Licensing Authority Gambling di Gibilterra, come riporta il Racing Post.

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C’è il passaggio di consegne tra due personaggi mitici dell’ippica britannica. Michael Tabor ha iniziato giovanissimo come scommettitore e per molti, negli anni ’80, è stato un punto di riferimento. 

Qualsiasi sua azione, condizionava le quote delle corse. Un bookmaker in vista come Ladbrokes è stato costretto a bannarlo, non accettando più le sue puntate, smentendo la filosofia aziendale, per tradizione molto “liberista” nella gestione del rischio.

Tabor è stato per molto tempo il terrore dei bookmakers di sua Maestà, prima di decidere di passare dall’altra parte della barricata, anche se ha sempre mantenuto l’attività di scommettitore.

Con un investimento iniziale di 30.000 sterline, nel 1968, ha acquistato due betting shop (al limite della bancarotta) e fondato la catena “Arthur Prince”, per rivederla a 27 milioni di sterline, nel 1995, al gruppo Coral, quando era arrivato a gestire fino a 114 negozi.  

E’ stato molto abile nel rivestire i proventi di quella vendita e creare un impero basato sull’ippica (anche attraverso la compravendita di cavalli da corsa) e sulle scommesse. Un vero squalo, con un fiuto per gli affari impressionante. Il Sunday Times ha valutato il suo patrimonio personale in 600 milioni di sterline.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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