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La Sentenza Blanco-Fabretti diventa legge dal 23 luglio: no a tasse su vincite nei casinò (anche esteri)

Dopo più di due anni di tormentati lavori Parlamentari e numerosi tentativi di sabotaggio, la “Legge Europea 2015-16” è stata approvata dalla Camera. La lunga attesa per i giocatori di poker italiani è finita.

Il prossimo 23 luglio sarà la fine dell’incubo per molti players, visto che entrerà in vigore la legge n.122 recante “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea“.

In particolare, il Governo accoglie la storica sentenza Blanco Fabretti della Corte di Giustizia Europea, concernente i casi dei due giocatori italiani.

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La legge contiene “Disposizioni in materia di tassazione delle vincite da gioco“, con una doverosa premessa nella sezione: “Esecuzione della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea 22 ottobre 2014 nelle cause
riunite C-344/13 e C-367/13. Caso EU Pilot 5571/13/TAXU”.

Il Governo Renzi è stato costretto ad uniformarsi alle linee guida stabilite dai giudici europei, onde evitare una pesante sanzione da parte di Bruxelles. La “Legge Europea” approvata dal Parlamento modifica l’articolo 69 del DPR del 22 dicembre 1986 n.917 (Testo Unico Imposte sui Redditi”).

Leggiamo l’articolo 69, comma 1 bis:

Le vincite corrisposte da case da gioco autorizzate nello Stato o negli altri Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo non concorrono a formare il reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo di imposta .

E’ stato inoltre abrogato il comma 7 dell’articolo 30 del Dpr del 29 settembre 1973, n.600:

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La ritenuta sulle vincite corrisposte dalle case da gioco autorizzate è compresa nell’imposta sugli spettacoli di cui all’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640.

Pertanto quindi i giocatori italiani che dovessero maturare vincite nei quattro casinò della Penisola e nelle altre sale da gioco dell’Unione Europea e dello Spazio economico europeo, non saranno obbligati a dichiararle al fisco.

Per quanto concerne i casinò extra UE, la questione si fa più complessa:fanno fede senza ombra di dubbio le convenzioni bilaterali fiscali tra l’Italia e lo stato dove ha sede il casinò.

Anche in tal senso, diverse convenzioni fiscali bilaterali, accolgono il principio di divieto di doppia imposizione e, pertanto, se il giocatore ha già pagato alla fonte (in genere una quota del buy-in va all’Erario ma in alcuni stati sono tassate le vincite) non deve pagare un extra allo Stato italiano (ma in alcuni casi deve comunque dichiarare la vincita). In tutti i casi, è sempre bene consultare nello specifico le convenzioni biltarali fiscali sui redditi diversi, visto che gli incassi maturati dal gaming vengono classificati in questa categoria dal fisco italiano.

La recente sentenza della Commissione Tributaria della Regione Lazio si è espressa sul caso Minieri e si è pronunciata a favore proprio del poker pro romano, analizzando anche la problematica sulle vincite maturate nei casinò negli Stati Uniti.

Perché la Sentenza “Minieri” potrebbe fare scuola

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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