Potranno accettare gioco solo le gaming company autorizzate dal Governo locale, con sede all'interno della confederazione elvetica. Di fatto, la norma protezionistica mira a proteggere il business dei casinò elvetici da tempo in crisi. Solo le sale da gioco rosso-crociate potranno controllare il business dell'e-gaming.
Il Parlamento ha votato a favore del divieto in settimana ed oltre a dichiarare guerra alle rooms e ai casinò esteri, ha - di conseguenza - deciso di limitare l'attività dei numerosi grinder che si erano trasferiti dalla Slovenia e dalla Repubblica Ceca per giocare sul dot com.
Nei prossimi due mesi dovranno essere disposti nuovi regolamenti per disciplinare l'intero settore e si potranno capire quali saranno le conseguenze reali ed effettive per i poker players con domicilio o residenza in Svizzera.
La nuova legge prevede un numero limitato di concessioni che saranno riservate solo ai casinò terrestri: i bookmakers e le società senza licenze non potranno offrire gioco online, secondo gli ultimi aggiornamenti pubblicati da IP-Watch.
Dopo una serie di tira e molla, il Senato aveva già approvato il blocco, attirando su di sé parecchie critiche. Franz Grutter del Partito Svizzero del Popolo (SVP) ha paragonato il divieto ad un atto degno di "una dittatura". C'è invece chi ha fatto riferimento alla Corea del Nord.
Con i proventi per il gambling verranno finanziati programmi a sostegno dell'attività sportive e culturali.
Si è discusso nelle due camere se tassare le vincite, ma per il momento è prevalsa la linea di premiare i gamblers: gli incassi dei giocatori non saranno toccati dall'erario.
Il 15 marzo sarà una data cruciale: in Parlamento si discuterà come regolamentare il settore (in particolare che prelievo sarà applicato sulla raccolta alla fonte), a seguito dei nuovi divieti. Ancora molti particolari devono ancora essere decisi e potrebbero verificarsi nuovi colpi di scena.
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