Il Nevada State Gaming Control Board ha presentato un nuovo progetto di legge (“Bill SB40”) per aggiornare la disciplina anti-riciclaggio nel mercato del betting ed in particolare dello staking legato alle scommesse.
Per alcuni autorevoli analisti, la nuova regolamentazione potrebbe essere applicata, in base ad un'interpretazione estensiva, anche alla fattispecie dello staking nei tornei di poker.
In questi giorni, nei principali blog americani, si sono sprecati titoli ad effetto sui nuovi scenari, con il probabile divieto di staking applicato anche alle prossime WSOP. Le ripercussioni potenziali potrebbero essere importanti, visto che nel Silver State (e non solo) si tratta di una pratica molto in voga tra i pokeristi.
Il presidente del Nevada Gaming Control Board, AG Brunett, ha però ribadito in queste ore che le nuove leggi si applicheranno solo alle scommesse sportive ed ha ribadito che i divieti non verranno applicati al poker.
L’avvocato David Gzesh è intervenuto nella discussione ribadendo la sua posizione: “il disegno di legge prevede di perseguire penalmente chiunque riceva ‘direttamente o indirettamente’, indennizzo o compenso, o qualsiasi percentuale o quota di denaro giocato da qualsiasi scommessa. Il testo è ambiguo e potrebbe anche essere applicato alla vendita di quote nei tornei di poker online”.
Ma il presidente del Gaming Board lo ha smentito ed è intervenuto in maniera chiara sulla vicenda. La presa di posizione del Nevada è – sotto il profilo politico – importante per i giocatori di poker, visto che negli altri ordinamenti occidentali la materia non è disciplinata e quello del Silver State poteva rappresentare un precedente pericoloso.