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Operatori poker online: “Monti, nuove tasse favoriscono .com”

mario-montiNella prima bozza del Decreto Fiscale non sono state inserite nuove tasse nel poker cash game, diciannove concessionari online però temono brutte sorprese dell’ultimo momento ed hanno sottoscritto una lettera aperta al Governo Monti. Il Consiglio dei Ministri dovrebbe votare il testo nella giornata di domani. Una copia della lettera è stata notificata anche ad AAMS.

La posizione di alcuni noti operatori (secondo l’agenzia Agicos nella lista ci sarebbero anche PokerStars, People’s Poker e Betclic) è chiara: un aumento della pressione fiscale in Italia sul poker online ed i casinò games, favorirebbe la migrazione dei giocatori italiani di nuovo sui siti.com, con licenze estere. 

Le società dell’e-gaming italiano hanno chiesto un incontro con il Governo: temono che le autorevoli indiscrezioni circolate la scorsa settimana, alla fine troveranno conferma, con norme dell’ultimo momento approvate da Monti ed i suoi collaboratori. 

L’idea dei tecnici del Ministero delle Finanze sarebbe quella di applicare, nel cash game, un’aliquota di prelievo non sui profitti (come avviene ora) ma sui volumi di gioco (cioè sulle somme giocate al tavolo).  Spiegheremo meglio la differenza nel dettaglio dei meccanismi di calcolo in un prossimo articolo. 

In estrema sintesi, al momento nel cash game, lo Stato applica un’aliquota del 20% sul rake (che rappresenta il profitto per la room). L’idea circolata in questi giorni nelle stanze del Ministero delle Finanze è quella di cambiare sistema e di trattenere l’1% sul turnover, cioè sulle somme giocate dai players. Una tassa che andrebbe a colpire soprattutto i giocatori.

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In Francia, ad esempio viene applicata un’aliquota del 2% sul pot (cioè sulle somme scommesse dai giocatori al tavolo) ed il sistema ha portato alla rovina, a tal punto che i players francesi nelle rooms.fr sono tornati a partecipare ai tornei ma i volumi nei tavoli di cash game sono in forte calo, a vantaggio dei siti esteri. I siti transalpini hanno perso circa il 10% dei giocatori secondo i dati forniti dall'Arjel, l'ente francese. Statistiche che dovrebbero essere tenute ben presenti dai tecnici italiani.

Diversi operatori sono già fuggiti dalla Francia. Ed è quello che temono anche i concessionari italiani che vogliono far capire a Monti che una misura del genere porterebbe al collasso il sistema ed, in modo inevitabile, favorirebbe il gioco offshore e una diminuzione drastica delle entrate fiscali. Nelle ultime ore sono anche filtrate indiscrezioni di colloqui informali in corso tra gli operatori e le istituzioni. La trattativa avrebbe spostato le attenzioni del Governo, intenzionato a confermare la tassazione sui profitti (rake) ma con un incremento  al 25%-30% rispetto al 20% attuale. Tali rumors però non sono stati confermati, quindi si rimane nel campo delle ipotesi.

Il cash game ed i casinò online sono partiti il 18 luglio e gli italiani hanno giocato la bellezza di 5,1 miliardi. Il 97% di tale cifra è tornata nelle tasche dei players, circa 4,9 miliardi di euro. Il gettito erariale è stato intorno ai 40 milioni. Con la nuova tassa (dell'1% sulla raccolta), a parità di volumi di gioco, si arriverebbe a circa 51 milioni. Ma si tratta di un’ottica fin troppo ottimistica perché, con nuove aliquote, il gioco a molti livelli non sarebbe più sostenibile per i cash players e si assisterebbe ad una drammatica restrizione dei volumi. Alla fine il fisco cosa ci guadagnerebbe? Senza contare che gli operatori internazionali non acquisirebbero più le nuove concessioni previste dalla Comunitaria del 2009; un flop totale.

Cosa ne pensi delle nuove ipotesi di tassazione?

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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