C’era una volta il Big Game di Macao. Sarà un caso ma se nella room “Poker King Club” dell’ex colonia portoghese l’action latita, Tom Dwan e Daniel “jungleman12” Cates stanno giocando, con Jason Mo e Richard Yong, al Casinò Solaire di Manila.
La partita più ricca del pianeta è a rischio estinzione. Perché? Il Governo di Pechino ha messo in atto una politica aggressiva contro la corruzione a Macao e in tutta la Cina continentale.
Le conseguenze per gli junkets, gli agenti dei casinò, sono state devastanti: il giro di denaro e di clienti Vip High Roller rischia un brusco stop. Ed i dati di mercato della capitale del gambling asiatico sembrano testimoniare l’arrivo di uno tsunami senza fine.
A rimetterci sono stati soprattutto due guru dell’ex colonia cinese: Paul Phua e Ricard Yong. Il primo è ancora bloccato negli States per problemi legali (e non è una coincidenza neanche questa), mentre la presenza del suo socio nelle Filippine è un chiaro segnale che l’action si sta spostando verso Manila.
I malesi Phua e Yong sono stati i principali finanziatori del Big Game asiatico: in questi anni hanno finanziato Tom Dwan ed altri players nelle partite high stakes.
Sono stati junket di primissimo piano di Macao, a tal punto da far litigare anche i guru di Las Vegas, Sheldon Adelson e Steve Wynn, determinando le fortune di Sands China e Wynn International, i principali operatori occidentali, attivi nel mercato asiatico, insieme a MGM.
A giugno, Phua e Yong sono scappati letteralmente da Macao, a seguito dell’arresto per la gestione di un milionario giro clandestino di scommesse legate alla Coppa del Mondo di calcio.
I due soci malesi hanno avuto la “brillante” idea di continuare a gestire il business dalle stanze lussuose del Caesars Palace e sappiamo come è andata a finire, con il blitz dell’FBI. Una vicenda che rischia di far deragliare il Big Game a Macao e dirottarlo su altre location emergenti.