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Poker e casinò online, amici o nemici?

L’Italia produce un fatturato elevato per quel che riguarda il gioco d’azzardo. In merito all’e-gaming, la domanda che tutti si fanno è se il casinò online non sfavorisca, in maniera abbastanza netta, colui che sino a qualche anno fa era il vero trascinatore del settore, il poker.

POKER IN CRISI?

Sicuramente non è periodo da soldi facili quello che stiamo vivendo, ma il fascino del poker pare essere rimasto totalmente intatto. La concorrenza dei casinò online è fortissima, ma l’affidabilità, la visibilità e i massicci investimenti nel marketing, hanno permesso di alleggerirne l’impatto e di porre comunque dei rimedi.

Il poker è un qualcosa che, nonostante tutto, interessa ancora al pubblico generalista e ciò è dimostrato dal successo avuto da un reality ad esso dedicato, trasmesso in Italia, e dalla creazione di un canale tematico, visibile in tutto il mondo. E il famoso e imbattibile potere della tv ha catturato i giovani, che adesso conoscono a menadito le regole del Texas hold’em, una della più diffuse specialità del gioco del poker. Nel Bel Paese, il poker sta vivendo una sorta di seconda giovinezza.

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Sabina Hiatullah vincitrice della Casa degli Assi: il successo del reality show su Italia 1 ha dimostrato che il fascino del poker è ancora intatto I dati audience sono stati importanti.

In moltissime regioni stanno nascendo nuovi circoli, anche se va ricordata l’assenza di una regolamentazione chiara su di essi.

Il mercato del poker online è in calo (il settore dell’e-gaming italiano è in crescita dell’8,6% nel primo semestre 2015), ma PokerStars.it è cresciuta tanto da diventare la quinta potenza mondiale dietro alla casa madre PokerStars.com, 888Poker, Bodog e iPoker. Insomma una flessione c’è stata, inutile nasconderlo. La verità è che il business è ormai in mano a sempre meno persone. Non c’è più quell’aria da boom, ma ormai vi è una certa maturità e uno zoccolo duro di appassionati che segue questo mondo in maniera costante. E intanto nei Paesi asiatici vengono organizzati i primi tornei di poker sportivo, che hanno un discreto successo. Insomma, occhio quindi a dare per morto chi morto non lo è per niente.

I CASINO’ ONLINE, UN MERCATO IN CONTINUA ESPANSIONE

Ne è passato di tempo dalla prima licenza per il gioco d’azzardo. Era il 1994 ed era stata la legislazione dello stato di Antingua e Barbuda ad assegnarla. E, verso la fine del 1996, esistevano già quindici siti web che offrivano opzioni di casinò online con soldi veri. Adesso oramai ce ne sono a migliaia e il mercato è in continua espansione. Ovviamente vi sono un’infinità di giochi: le slot machines, che rappresentano il settore più utilizzato, il Blackjack, che in italiano viene anche chiamato Ventuno, poiché, per vincere, occorre realizzare un punteggio più alto del banco ma non superiore appunto a 21, la Roulette, che è il gioco di casinò più antico al mondo e i dadi, la cui versione più recente si presume sia stata inventata nel 1573 in Egitto.

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Il moltiplicarsi delle offerte relative ai giochi da casinò online ha calamitato l’attenzione di molti utenti negli ultimi anni, una tendenza dovuta al processo di innovazione che ha permesso non solo di offrire al pubblico giochi sempre più avanzati e coinvolgenti, ma anche di permettere l’attività di gioco attraverso i dispositivi portatili che tutti siamo ormai abituati a portare sempre con noi. I casinò online non sono più un passatempo per pochi, ma un fenomeno sociale che è ormai accettato da molti al pari del poker sportivo.

UN PO’ DI DATI

L’industria del gioco d’azzardo è ormai sviluppata in tutto il mondo e conta migliaia di aziende. I numeri ovviamente sono impressionanti. Nel 2014, il fatturato totale ha raggiunto i 450 miliardi di euro. Nell’ultimo decennio vi è stato un aumento del 50%.

Rimanendo al 2014 e concentrandoci soltanto sull’Italia, il gioco d’azzardo ha rappresentato il 4% del PIL e il 10% della spesa per consumi privati. Gli italiani, infatti, hanno speso quasi 17,5 miliardi nel gambling. L’Abruzzo è stata la regione con la spesa procapite più alta seguita dalla Lombardia, con Pavia che è stata definita dal New York Times la Las Vegas italiana, nonostante le recenti smentite. C’è un dato però su cui vale la pena concentrarsi: la maggioranza di coloro che giocano lo fa in maniera responsabile, ma c’è una percentuale, che si aggira intorno al 2%, che finisce per essere affetto dalla ludopatia. Un problema che non deve assolutamente essere sottovalutato.

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