Se in Italia il poker sportivo live è sempre motivo di discussione (anche se la Cassazione ne ha chiarito i contorni), negli altri paesi europei le cose non vanno meglio e gli eventi organizzati fuori (ma anche all’interno) dei casinò sono il pretesto per veri e propri blitz della polizia. Ma facciamo un viaggio in Europa per scoprire, nazione per nazione, la situazione legale.
La Norvegia continua a dichiarare guerra all'online (dal 2012 ha bloccato le transazioni finanziarie estere ai grinder) ma fa progressi per regolamentare i tornei dal vivo, anche nei club privati. L’opinione pubblica è contraria al texas hold’em, ma la nuova coalizione di Governo sembra intenzionata ad andare avanti. La scossa l'ha data il noto professionista high stakes Ola “Odd Oddsen” Amundsrud (nella foto in alto durante il famoso heads-up) che ha sfidato un politico del suo paese per dimostrare che il poker è uno skill game.
Il Gaming Board scandinavo ha presentato una proposta di legge che disciplinerà il live, ma slitterà l'attuazione rispetto ai tempi previsti, visto che i nuovi progetti di legge hanno sollevato dubbi e vi è stata la richiesta di chiarimenti delle autorità europee.
E' bene specificare che la Norvegia non fa parte dell'UE ma è legata all'EFTA (European Free Trade Area) e deve rispettare determinati principi sul libero scambio oltre ad alcune direttive. La stessa EFTA ha presentato osservazioni ed ora il Governo dovrà pronunciarsi, ma ha chiesto tempo per ragioni tecniche.
La legge prevede un tetto per i buy-in dei tornei dal vivo di 10.000 NOK (circa 1.650 euro), con il 5% del montepremi destinato a vari fondi benefici. Inoltre i satelliti regionali sono consentiti ma il rake può essere al massimo del 10% della quota d'iscrizione. L’ultima parola spetterà però al Parlamento.
Per alcuni analisti, il regolamento sul live sarà una spinta anche per il gioco su internet in futuro, ma la sensazione è che in Norvegia si stia navigando a vista. Dal 2012, vengono bloccate le transazioni finanziarie nei confronti degli opertori stranieri e vi è il divieto di pubblicità ma tutti continuano a giocare sulle piattaforme dot com.