Vai al contenuto

Poker live: denunce a Roma per torneo da 100 euro

Nonostante una giurisprudenza di legittimità oramai consolidata e favorevole ai tornei di texas hold’em live, a Roma la Questura continua a disporre la chiusura di locali. Il 18 novembre, gli agenti hanno fatto irruzione in una sala giochi di Tor Carbone, come riporta l’agenzia ASCA.

poker-live-roma

E’ bene fare una premessa per analizzare la situazione generale in Italia e comprendere anche i casi singoli: la Suprema Corte ha delineato un quadro chiaro e permissivo, nei confronti di associazioni che organizzano tornei (senza rebuy e low stakes) e che agiscono in maniera trasparente, valorizzando il concetto di poker sportivo e non di azzardo.

Supera il test che misura le tue capacità al tavolo di poker. Ottieni subito BANKROLL e COACHINGbetsenseNulla a che vedere con bisce o simili. Ben vengano quindi i controlli da parte della polizia per garantire la legalità ma si tutelino le posizioni di chi agisce secondo le indicazioni dei giudici, considerando che stiamo vivendo una sorta di vacatio legis.

E’ logico che le autorità di pubblica sicurezza agiscono in base ad informazioni precise che possono variare da un caso ad un altro. Spetterà poi ai magistrati competenti giudicare, in base alle circostanze specifiche che emergono dalla fattispecie in esame.

Non abbiamo elementi per poter trarre conclusioni e capire se tutto rientra nel solco tracciato dalla Cassazione, ma leggendo le cronache, alcuni particolari emergono e differenziano il caso di Tor Carbone, da altre situazioni.

In primo luogo, il 18 novembre, sempre secondo quanto riportano le agenzie, gli agenti di polizia mentre effettuavano un controllo, hanno riscontrato che il locale si trovava completamente al buio sia all’esterno che internamente.

Inoltre, secondo una nota, all’ingresso della sala, un cittadino straniero ha cercato di impedire il passaggio della polizia, temporeggiando nell’apertura della porta d’ingresso.

Gli agenti hanno scoperto che al piano seminterrato era in corso di svolgimento un torneo con 54 giocatori impegnati in 7 tavoli. In una sala attigua, alcuni gamblers giocavano alle slot. Il buy-in era di 100 euro. E’ bene precisare che dalle prime informazioni non è emerso il pagamento di un rebuy da parte dei players (il particolare potrebbe rivelarsi decisivo in tribunale).

L’organizzatore e il direttore dei tornei sono stati denunciati, mentre è stata disposta – dal Questore di Roma -  la sospensione della licenza per la somministrazione di bevande per 10 giorni e la chiusura della room destinata ai tornei di poker texano. Saranno ora i magistrati a valutare se tutto rientra nelle linee guida di principio della Cassazione oppure no.

Se guardiamo la vicenda però da un aspetto più ampio (a prescindere delle valutazioni dei casi specifici), come hanno sottolineato anche illustri colleghi, si sta creando un trend “particolare” ed il rischio è quello di generare ancora più confusione dal punto di vista della certezza del diritto. Da una parte la giurisprudenza di legittimità, in ben tre occasioni, si è espressa in modo chiaro sui tornei live e, i tribunali di primo grado, hanno sposato questa linea.

Dall’altra però abbiamo spesso assistito a denunce e sequestri. Non abbiamo ricevuto – in questi anni - notizie di condanne penali. In genere, le posizioni vengono archiviate prima del processo o comunque i giudici dispongono l’assoluzione, dopo però un lungo iter, con costi inutili per i contribuenti e per gli inputati.