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Poker online: governo UK rivoluziona regole, tasse al 15% su .com

david-cameronLa Gran Bretagna è pronta a rivoluzionare le regole sulla fiscalità nel mondo dell’e-gaming e questi nuovi indirizzi si rifletteranno sugli equilibri politici del poker online in ambito europeo ed italiano, considerando che fino ad ora, il Governo di Sua Maestà aveva sempre ‘protetto’ le società – di fatto – inglesi, ma formalmente operative in paesi offshore. 

Quella del premier David Cameron è una brusca e storica inversione di tendenza, considerando che nel Gambling Act del 2005 era lecito per tali società, raccogliere gioco in UK. Se inoltre gli enti regolatori rientravano nella ‘White List’, le rooms ed i bookmakers potevano pubblicizzare liberamente i propri brand a Londra e dintorni. 

Dal punto di vista fiscale, fino ad ora, gli operatori hanno versato le tasse all’erario dello stato ‘licenziatario’: pertanto una poker room o un bookmaker che opera con concessione riconosciuta da Malta (per fare un esempio), pagherà il prelievo fiscale all’esecutivo dell’isola del Mediterraneo, a prescindere da dove verrà effettuata la raccolta gioco. 

Per non violare il principio comunitario sul divieto della doppia imposizione, il Governo britannico ha introdotto un nuovo concetto da applicarsi ai siti di gioco .com che operano con licenze non riconosciute da Londra: la competenza territoriale sulla tassazione verrà stabilita in base al ‘punto di consumo’ dello scommettitore o del player. Se  il giocatore piazza una puntata in UK, la società dovrà versare il 15% sul profitto lordo (rake) al Governo britannico a prescindere dalla provenienza della concessione.

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A tutte le società che raccolgono gioco sull’isola è stato inviato un documento di consultazione, con la proposta di modifica dell’attuale sistema in vigore dal 2005. Il termine per le risposte scadrà il 28 giugno. 

Questa presa di posizione politica del Governo Cameron è destinata a rivoluzionare gli equilibri del settore a livello internazionale ed in ambito comunitario, perché di fatto cadono le protezioni politiche alle società di capitale inglese che operavano in altri stati. L’obiettivo è quello di riportare in UK gli operatori storici, visto che il Governo incassa solo il 10% delle potenziali entrate fiscali provenienti dal settore.

Gli effetti si sono sentiti in Italia (AAMS ha inviato una circolare nella quale ha specificato l’intenzione di tassare le società a prescindere dall’esistenza o meno di una concessione italiana) e Spagna (l’esecutivo iberico ha multato gli operatori che hanno raccolto gioco in passato senza alcuna autorizzazione). 

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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