Vai al contenuto
scommesse-tasse

Scommesse: la tassa dello 0,5% sulla raccolta fa discutere: “probabili ricorsi al TAR Lazio” . E’ legale tassare i giocatori nel Betting Exchange?

Clima di incertezza nel settore delle scommesse. Nonostante l’ultimo documento ufficiale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), gli operatori non sembrano aver accolto nel migliore dei modi la nuova tassa dello 0,5% sul fatturato.

scommesse-tasse

I criteri di calcolo – per esempio – nell’ Exchange non sono assolutamente chiari e il fatto di farlo ricadere sui giocatori apre scenari impensabili, con potenziali ricorsi da parte dei players per la violazione del divieto di doppia imposizione (lo abbiamo spiegato qui nel dettaglio) ma non solo.

Tassare i giocatori nell’exchange e non nelle scommesse comporta una discriminazione palese e su questo punto c’è chi non si è tirato indietro e lo ha detto chiaro (leggi qui l’intervista). Un punto che non solo lascia scontenti i giocatori ma anche i bookmakers che, a loro volta, si sentono discriminati.

C’è – in questo modo – una discriminazione anche tra i concessionari? L’agenzia Agimeg mette in evidenza che “gli operatori delle scommesse tradizionali parlano di una disparità di trattamento” se la tassa sarà scaricata sui giocatori.

“Ai fatti cambia poco, perché è facile immaginare – prosegue l’agenzia romana – che i bookmaker per reperire le risorse necessarie rivedranno le quote, quindi pagheranno delle vincite leggermente inferiori, e finiranno con lo scaricare la tassa usi giocatori a loro volta. Dal punto di vista commerciale però si potrebbe creare una forte disparità: di norma le quote del betting exchange sono già in partenza leggermente più alte delle tradizionali, ma il gap potrebbe aumentare proprio perché la tassa viene applicata in due modi differenti. E questo potrebbe spingere i clienti a scegliere un prodotto invece di un altro”.

E c’è un grosso problema sulla delega? Come è stato possibile individuare i giocatori come soggetti passivi se la legge prevedeva gli operatori come destinatari finali della tassa? Per Agimeg alcuni bookmakers contestano proprio questo punto:  “Deve essere la norma primaria, il decreto Rilancio, a individuare quali soggetti devono pagare l’imposta o in alternativa – sottolineano diversi concessionari – quella norma deve affidare una delega all’ADM”.

Tirando le righe, la situazione, dal punto di vista tecnico, pare molto confusa e non semplice da risolvere. Secondo l’agenzia le probabilità di ricorsi è sempre più alta. Ricorda inoltre che se dovesse essere applicata una tassazione sulla raccolta, l’exchange pagherebbe più tasse rispetto ai profitti.

Nel 2019 – secondo i numeri ufficiali pubblicati da ADM – la spesa è stata di circa 7 milioni di euro al netto del prelievo ordinario. La tassa dello 0,5 raggiungerebbe però gli 8,4 milioni, visto che la base imponibile – sempre al netto del prelievo ordinario – sarebbe di 1.693 milioni (volumi) per i calcoli dell’agenzia di stampa romana.

L’exchange non sarebbe quindi sostenibile ed è per questa ragione che non si potrà applicare la tassa agli operatori sulla raccolta. Una tassa che supera i profitti è contro ogni logica etica ma anche legale.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Capite bene che è una norma inapplicabile per l’Exchange per una ragione giuridica lampante: lede il principio di equità fiscale. In questo caso il contribuente (l’operatore) pagherebbe più di quanto guadagnato. Molto probabilmente per questa ragione la nuova tassa è stata scorporata ed è passata in capo ai giocatori, ma anche in questo caso, vi è una palese violazione del divieto di doppia imposizione ed anche in questo caso vale il principio di equità.

Da nostre fonti abbiamo appreso che gli operatori dell’Exchange hanno chiesto chiarimenti ad ADM sui criteri di calcolo della tassa che è già in vigore e che dall’8 settembre pende sulla testa dei giocatori. I concessionari dell’Exchange si sono dati un termine, metà ottobre, prima di prendere una decisione definitiva e, nel frattempo, aspettano degli input chiari dalle autorità.

Tra gli scontenti anche il settore dell’ippica: Giuseppe L’Abbate, sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole, aveva chiesto l’esonero di questa extra tassazione ma la recente determinazione di ADM include le scommesse ippiche. C’è da dire però che il decreto rilancio e la legge di conversione non includevano anche le bets sulle corse dei cavalli. C’è un piccolo giallo.

Per chiudere il cerchio, c’è un problema anche con i punti vendita. Alcuni concessionari sono intenzionati a far ricadere la tassa sui loro punti raccolta (Agenzie e punti ricarica). Agimeg, anche in questo caso, non esclude ricorsi al TAR: “Senza contare che potrebbe innescare un lungo contenzioso tra compagnie madri e la rete delle agenzie per stabilire come dividere il peso del prelievo”. 

La speranza è che vengano presentati degli emendamenti al Decreto Agosto che possano dare una delega ad ADM per una regolamentazione chiara e compiuta o che risolvano il problema del Betting Exchange e delle scommesse ippiche. Nel caso contrario i ricorsi saranno inevitabili.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI